Oggi come allora. Commozione e riconoscenza verso chi, con il sacrificio, hanno permesso di respirare “l’aria limpida della democrazia e della libertà in un filo ideale di valori che unisce chi ha scelto di dedicare il proprio impegno alla collettività dando il proprio contributo per affermare i valori di fedeltà, dovere, coraggio, altruismo, giustizia, imprescindibili presupposti per assicurare la civile convivenza ed il progresso della comunità”. Toccante riflessione quella del Comandante provinciale dei carabinieri, col. Carmine Rosciano, nel presenziare, con un folto gruppo di militari provenienti dai presidi dell’Arma di tutta la provincia di Ragusa, la cerimonia di commemorazione del 29° anniversario dell’eccidio di Scilla, alle porte di Reggio Calabria, nel quale il 18 gennaio del 1994 persero la vita gli appuntati Vincenzo Garofalo ed Antonino Fava uccisi barbaramente nel corso di un servizio di controllo sull’autostrada A3. La cerimonia, organizzata dall’Amministrazione comunale di Scicli presente con il sindaco Mario Marino e la giunta al completo, si è tenuta a Donnalucata luogo che ha dato i natali a Vincenzo Garofalo collega di Antonino Fava originario di Taurianova. Presenti autorità civili e militari e rappresentanti delle associazioni di militari in congedo. La commemorazione è coincisa con la fine della latitanza di Matteo Messina Denaro, boss sanguinario catturato dopo 30 anni a Palermo. Un tassello in più per ricordare la barbara esecuzione incastonata nella strategia stragista di Cosa Nostra che era riuscita a portarsi dietro la ‘ndrangheta calabrese. Fra la fine del 1993 ed i primi mesi di quel 1994 tre gli attentati oltre lo Stretto: dapprima due carabinieri alla periferia di Reggio Calabria erano stati bersagliati da colpi di arma da fuoco uscendo miracolosamente illesi dall’agguato, poi l’uccisione di Garofalo e Fava e successivamente il 18 febbraio un terzo agguato, sempre nei pressi di Reggio Calabria, in cui rimasero g ravemente feriti altri due militari dell’Arma. “L’eccidio di Scilla si colloca in un percorso di sangue all’interno di quel periodo storico caratterizzato da un attacco accanito e incessante che puntava a contrapporsi frontalmente e ferocemente allo Stato impegnato in una ininterrotta azione di contrasto del fenomeno mafioso – ha ricordato il comandante Rosciano – e proprio l’arresto di due giorni fa dell’ergastolano Matteo Messina Denaro, ultimo rappresentante della mafia stragista ad essere catturato, costituisce simbolicamente la chiusura del cerchio di quella cruenta stagione”.
- 13 Dicembre 2024 -