
Il Segretario della Difesa Nazionale del Messico, Luis Cresencio Sandoval, ha riferito questo venerdì che un totale di 10 soldati e 19 criminali sono rimasti uccisi dopo l’operazione che è stata effettuata ieri a Sinaloa, che ha portato all’arresto di Ovidio Guzmán López, uno dei narcotrafficanti più ricercati del paese. Da parte sua, il presidente Andrés Manuel López Obrador ha assicurato che “hanno agito in modo responsabile nella cattura di Ovidio Guzmán López per evitare vittime innocenti”. In questo senso, il presidente ha affermato che “riferiremo costantemente, soprattutto per la tranquillità della popolazione, e in particolare di quella di Sinaloa, alla quale inviamo loro la nostra solidarietà”. Sandoval, nel frattempo, ha indicato che sono state arrestate anche 21 persone e sequestrate 26 carabine grosso calibro, due armi corte, quattro fucili, centinaia di cartucce, sei mitragliatrici, 13 veicoli, 40 camion di cui 26 blindati. Ha anche riferito che negli scontri 35 soldati sono rimasti feriti e assicurato che “nessun civile innocente” è morto durante l’operazione effettuata nelle ore mattutine di giovedì. In breve, il Segretario della Pubblica Sicurezza di Sinaloa, Cristóbal Castañeda Camarillo, ha ritenuto questo venerdì che dopo gli scontri a fuoco ci siano le condizioni per tornare alle normali attività a Sinaloa, chiedendo tuttavia alla popolazione di circolare nei prossimi giorni con i finestrini delle auto abbassati. “Negozi e attività commerciali possono essere riaperti. Le autorità dei tre livelli di governo continuano a coordinarsi e manterremo operazioni e pattugliamenti in città”. Ovidio Guzmán López, 32 anni, è stato trasferito al Centro Federale di Riadattamento Sociale (Cefereso) nel comune di Amoloya. Il padre “El Chapo” Joaquin Guzman sta scontando l’ergastolo nelle carceri degli Stati Uniti dal 2017.