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L’irresistibile impulso di non fare nulla

Tempo di lettura: 2 minuti

Ci ritiriamo con entusiasmo verso il 1922, per l’inerzia di essere fermi, di non intervenire, di sospirare con indolenza. Hegel già ci avvertiva sulle contraddizioni sociali. La codardia di lasciar fare. Il fascismo incombente. Segnalare il dissidente. Indicare a chi la pensa diversamente, segnalarlo e sacrificarlo. La democrazia morbida, addormentata e ferita di morte. Non si può mangiare con il Diavolo senza bruciarsi le labbra. Senza opposizione non c’è progresso, quando non c’è opposizione arriva il fascismo. La prepotenza come forma di governo. Chiunque scrive qualsiasi cosa. Sembra che non importa ragionare bene, importa il maltrattamento, il disprezzo e la mancanza di coerenza. Non ci sono argomenti politici, solo amarezza e violenza e rifiuto. Non c’è un discorso intelligente, o si è servili o si disprezza chi dissente. In questo modo è molto difficile costruire una dialettica politica importante. La cosa più importante che si costruisce in questo modo è l’odio e l’odio è una passione molto pericolosa. Ci sono persone che sono dipendenti dall’odio. In questa città dove tu mi leggi, lettore, mettile il nome della città che vuoi, perché questo succede in molti posti, in questa piccola città dove viviamo, supponiamo, nel sud della Sicilia, questo modo di procedere è più evidente, è più notorio, è più dannoso. In Spagna, all’inizio della guerra civile, sono state commesse le più grandi barbarie nei paesi e nelle città più piccole. La stessa cosa accadeva in Italia e in Sicilia, non ne siamo stati avvertiti? (Novecento, Bertolucci) So bene che sarò accusato di esagerare. Certo, a chi dissente lo si addita sempre. Ed ora ricordiamo Hannah Arendt (La banalità del male) Arendt dice che è più pericolosa la maggioranza che lascia fare, che non si intromette, che non pensa e che guarda dall’altra parte, è più pericolosa quella maggioranza indolente che la minoranza che vuole governare a tutti i costi, ieri, oggi e domani. C’è qualcosa che non funziona in una società in cui persone tossiche e bugiarde sopravvivono come parassiti per 10 o 15 anni in diversi governi di una piccola comunità. C’è qualcosa che non funziona, qualcosa di malato. Arendt dice che durante la seconda guerra sono stati uccisi molti ebrei perché molti altri non hanno fatto nulla. E questa è la banalità del male. Banalizzare ciò che è sbagliato e non alzare la voce, tollerare la superbia di alcuni che parlano senza sapere di cosa parlano, non alzare la voce quando si dicono cose stupide con una frivolezza che gela l’anima. Un’immagine non vale più di mille parole e non si può avere ragione perché viene mostrata una foto. Vorrei ricordare che viviamo in una democrazia, debole, morente, ma alla fine la democrazia e il mio diritto di dissentire è sacro. Quello a cui non ho diritto è dire bugie e diffamare ilprossimo. Non c’è diritto all’infamia e al disprezzo. Non c’è diritto alla superbia come forma di governo. I titoli nobiliari si sono esauriti molto tempo fa. Non si può vincere senza convincere perché per convincere si deve persuadere, non basta la forza bruta né umiliare con la forza. Diceva Dario Fo, ripetendo a Voltaire, che l’individuo senza idee politiche è un idiota. C’è il diritto di dissentire, c’è ildiritto di parlare ad alta voce e di denunciare ciò che non è giusto e coloro che non sono d’accordo con il gioco democratico devono andare al diavolo. Il lettore che legge queste righe e sospira con indolenza è già vinto e deve sapere che le cose andranno peggio. Cos’è successo alla compassione, alla carità, al perdono e alla misericordia.  Sono attributi che tutti abbiamo al di là della fede di ciascuno. Più gente sospira con indolenza, più velocemente torneremo al 1922.

RubenRicca (autore e regista)

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2 commenti su “L’irresistibile impulso di non fare nulla”

  1. Tonino Spinello

    Egregio Ruben,
    Ho tardato il mio commento perché speravo lo facesse qualcun altro. Ma visto che non parla di Draghi, Renzi, Calenda Letta e tutti gli apostoli, il suo discorso è letto ma poco interessante. Mi associo al suo articolo demenziale così fra dementi ci possiamo cazzeggiare a vicenda.
    Un discorso ragionato ineccepibile e che sicuramente ha fatto girare le budella a qualcuno.
    Quanto detto, non è altro che il declino sociale imposto dal globalismo che specie negli ultimi trenta anni ha fatto in modo di mettere nelle condizioni il popolo a non pensare e di riflesso a non ragionare.
    Ormai sono loro che decidono come dobbiamo pensare e valutare le cose senza neanche farci caso e senza accorgerci che ci manipolano sul serio.
    Se vero che il pesce puzza dalla testa, allora tutto è lecito. Nel momento in cui pensiamo che questa affermazione è verità, proprio in quel momento incominciamo il nostro smarrimento: Pensiamo al pesce e non chi lo ha portato sul banco vendita. Trascurando cosi tutto l’indotto che c’è dal mare alla pescheria. Non ne faccio una colpa alle persone che sono prese da mille pensieri e oggi più che mai sono pieni di ansia e paura di non arrivare a pagare le bollette, o perché distratti dai social e tanto altro, ma con le persone colte (che non sono i politici) tipo accademici, filosofi, storici, per finire ai giornalisti che potrebbero aprire le menti alle persone. Oggi si parla solo di fondi monetari, affari, borse, spread, insomma solo di soldi potere e affari, tralasciando tutto il resto che poi quel resto è l’Essere Umano. Nessuno parla più di valori sociali se non per i soliti ritornelli politici. Proprio quest’ultimi, sono quelli che ammaestrano i loro fans a comportarsi come loro, quindi appena si confrontano con uno che dissente invece di discutere, si insulta perché è la strada più facile per non rispondere in quanto non in grado.
    Ma tutto questo è strategico e funzionale per il globalismo esoterico.
    Chissà, magari ora qualcuno sospira per insolenza piuttosto che indolenza!

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