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Cgil: “Immondizia come metafora”. Riceviamo

Tempo di lettura: 2 minuti
Non avevamo dubbi, ciò che presupponevamo oggi lo abbiamo dinnanzi. L’immondizia a Modica fa ancora da funereo corredo architettonico al nostro territorio, che dicono essere bello. È  stato dato soltanto un primo segnale di rimozione di questi doni che la politica tiene a donare ai cittadini e poi tutto sembra essersi arrestato. Nel frattempo la bolla di fetore e di immondizie si allarga, si espande, eppure tutto sembra quieto, ma, come abbiamo detto, i rischi per la incolumità delle persone hanno ancora una probabilità altissima. La riflessione che ci riguarda e che attiene al nostro essere in primo luogo cittadini è quella di capire che ciò che stiamo vivendo come emergenza rifiuti è il compenso alle nostre scelte, forse sbagliate, che hanno permesso alle forze politiche, che si sono alternate al governo, di gestire le istituzioni democratiche come luoghi di spartizione del potere e quindi dell’economia. Affidare totalmente un servizio pubblico ai privati, facendo gestire loro i rifiuti in toto costituisce a nostro avviso un eccessivo e pericoloso decentramento del potere dal pubblico al potere privato, significa che il privato ottiene, amplifica il proprio potere rispetto a quello pubblico e questo incozza con elementi di natura costituzionale che vengono disattesi, non tenendoli in debita considerazione. Sulla crisi dei rifiuti nessun può accampare assenza di responsabilità.
Stiamo facendo riferimento ad un fallimento del sistema pubblico-istituzionale, forse indotto anche dallo strapotere privato, che oggi detta i tempi anche in democrazia, di cui  tutti dobbiamo prendere consapevolezza quanto prima. Proprio  per questo va riaperto il cantiere della cittadinanza attiva a tutela dei beni pubblici, anche perché il modello di trattamento del rifiuto, che potrebbe divenire una risorsa, sin qui è  stato affari per i privati, sconvolgimento di equilibrio naturali e costi eccessivi per i cittadini in cambio di servizi alquanto approssimativi in alcuni casi.
Al Commissario, che si trova a dover affrontare questa assurda problematica e a cui non si può attribuire alcuna responsabilità, chiediamo in questa fase maggiore presenza e coinvolgimento dei cittadini onde evitare il formarsi di situazioni che potrebbero mettere a repentaglio la vita degli esseri umani”.
Salvatore Terranova,  Segretario Camera del Lavoro di Modica
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