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In Appello confermata condanna per ex Prefetta di Ragusa

Tempo di lettura: 2 minuti

La Corte d’Appello di Caltanissetta ha confermato la pena a tre anni di reclusione per l’ex prefetto di Ragusa e Palermo Francesca Cannizzo (foto). La funzionaria dello Stato avrebbe raccomandato un conoscente a  Silvana Saguto, ex presidente delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Quest’ultima è stata condannata a otto   anni e dieci mesi, sei mesi in più del primo grado.  condannandola per corruzione, concussione e abuso d’ufficio. Secondo l’accusa, per anni, la Saguto avrebbe gestito illecitamente la sezione che ha disposto sequestri e confische milionarie ai boss, nominando amministratori giudiziari del suo cerchio magico e costruendo una «corte» di fedelissimi che l’avrebbe ricambiata con favori, incarichi per il marito, regali, crediti di migliaia di euro in supermercati confiscati alla mafia e denaro.

Pene sostanzialmente confermate, salvo lievi riduzioni per la concessione delle attenuanti generiche, nei confronti dei coimputati: amministratori giudiziari, esponenti delle forze dell’ordine, il marito e il figlio della giudice, l’ex prefetta di Ragusa gli altri favoriti della corte Saguto.
A 7 anni e 7 mesi è stato condannato l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, considerato il «re» degli amministratori giudiziari e recordman di nomine; a 6 anni e due mesi il marito dell’ex giudice, l’ingegnere Lorenzo Caramma, che avrebbe beneficiato illecitamente di incarichi in procedure di prevenzione.
Il figlio di Silvana Saguto, Emanuele Caramma, ha avuto 4 mesi: si sarebbe fatto fare la tesi dal professore Carmelo Provenzano, condannato a 6 anni e 10 mesi, che, in cambio, avrebbe gestito patrimoni mafiosi.  Condannato a un anno e 4 mesi Walter Virga, figlio del giudice Tommaso Virga, processato separatamente e assolto col rito abbreviato, messo alla guida, questa la tesi dei pm, dell’impero sequestrato agli imprenditori Rappa, senza avere alcuna esperienza. Saguto lo avrebbe scelto per indurre il padre, ex componente del Csm, ad appoggiarla al Consiglio Superiore della Magistratura.

A 4 anni e 2 mesi è stato condannato l’amministratore giudiziario Roberto Santangelo, a 2 e 8 mesi il tenente colonnello della Guardia di finanza Rosolino Nasca, che avrebbe fatto avere incarichi a Caramma, a un anno e dieci mesi il preside della facoltà di Giurisprudenza di Enna Roberto Di Maria. Condanne a 2 anni e 8 mesi per Maria Ingrao, la moglie di Provenzano e Calogera Manta, la cognata nominate come collaboratrici in alcune misure di prevenzione. Silvana Saguto, infine, dovrà anche risarcire i danni al ministero della Giustizia che si è costituito parte civile.

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11 commenti su “In Appello confermata condanna per ex Prefetta di Ragusa”

  1. Giuseppe Iemmolo

    Nel lontano 03.06.2011, verbalmente dai cc, mi è stato notificato un provvedimento cautelare per, fra l’altro, usura continuata e aggravata in concorso. Il decreto prefettizio di accesso ai fondi antiusura pare che abbia data antecedente e, se così fosse, emesso prima ancora che fossero chiuse le indagini ed emessi i provvedimenti cautelari.
    Dopo otto anni sono stato assolto per non aver commesso il fatto ma le ex vittime hanno incamerato i fondi antiusura di cui al decreto prefettizio da lei firmato in tutta fretta.
    Buona salute a tutti.

  2. Ad un mio conoscente, è stata negato un ricorso ( allontanamento ) con tante di indagini degli organi di Polizia, in cui si evinceva la dichiarazione di falso e relativa simulazione.
    Il Prefetto non ha mai dato alcuna risposta.
    Il tizio ha subito un processo, a distanza di ben 12 anni non è arrivata risposta di assoluzione o condanna…

  3. Io mi chiedo: Chi ha dato supporto in sede territoriale alla Cannizzo per agire in siffatto modo ??

  4. Io mi faccio una sola domanda…… Ma qsta gente, scontera’ gli anni di carcere e se si, in quali celle verranno recluse? Qsti dovrebbero essere coloro che dovrebbero garantire la giustizia nel territorio, ma risultano essere il marcio del marcio della società. Chi può mai avere fiducia nella giustizia, in qsta bella Italia?

  5. Un prefetto in galera? Bene. Speriamo che non ce ne siano proprio più di prefetti in Sicilia, visto che sono illegali dal 1946. Hanno quindi ragione al MIAS – Movimento Indipendente per lAutonomia della Sicilia, quando affermano che dalla Sicilia devono uscire non solo i prefetti ma anche buona parte delle leggi-guinzaglio imposte da Roma. Peccato che i Siciliani ancora non sappiano che l’indipendenza parziale della Sicilia è stat loro nascosta dai partiti nazionali.
    Vediamo di ricordarcene a novembre.

  6. Manca per poterla definire….. Puttroppo sono queste figure che sentendosi il potere nelle proprie mani, compromettono la dignità di tutto e di tutti senza scrupoli… In barba alla legge che rappresentano…. Ma prima o poi tutto ritorna….

  7. Purtroppo lo Stato italiano e’ ipergarantista.
    La gente non sa che costei continua ad introitarsi impunemente, senza alcuna decurtazione, lo stipendio di alto dirigente statale.
    Ha infangato la maggior parte dei prefettizi onesti, capaci e di grandi qualita’.

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