Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’imprenditore modicano F.R.G., 55 anni, arrestato la scorsa settimana dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione “Easy credit”, nella quale sono indagate sei persone di Sicilia, Lombardia e Puglia. Si tratta della truffa allo Stato sul sisma bonus. L’uomo è comparso davanti al magistrato per l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Ragusa. Viaggio inutile da parte di quest’ultimo visto che il 55enne ha deciso di non parlare. I suoi difensori hanno chiesto la revoca della misura cautelare o di una sua attenuazione. Secondo la ricostruzione fatta dai finanzieri della Tenenza di Modica, il modicano più che un imprenditore sarebbe una “testa di legno”, vale a dire un prestanome, mentre l’organizzazione della quale farebbe parte anche qualche commercialista locale avrebbe messo su dichiarazioni su interventi edilizi esistenti solo sulla carta con un guadagno di 2 milioni 800.000 euro. Le Fiamme Gialle avevano sequestrato beni per circa 3 milioni e mezzo di euro, l’equivalente dei crediti indebitamente maturati nell’ambito del raggiro. Secondo quanto emerso dalle indagini, 5 persone compiacenti avrebbero falsamente attestato di avere ricevuto una serie di lavori di ristrutturazione edilizia per il rischio sismico, su immobili che non sono mai stati nella loro disponibilità, da parte di una società riconducibile all’imprenditore modicano, formalmente operante nel settore della costruzione di edifici residenziali. La società, di fatto, era solo sulla carta, ed avrebbe acquistato i crediti d’imposta generati dai fittizi lavori mediante l’opzione dello sconto in fattura. Gli immobili utilizzati per l’inserimento nelle comunicazioni, inviate all’agenzia delle entrate dagli indagati, sono risultati di proprietà di altre persone, all’oscuro di tali operazioni. All’imprenditore di Modica sono state sequestrate 8 auto e altrettanti immobili. Nel dettaglio il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa ha disposto il sequestro di quote societarie, beni, disponibilità finanziarie degli indagati, nonché il blocco sul portale dell’agenzia delle entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali riconducibili a 8 imprese e 3 risultati cessionari finali dei fittizi crediti di imposta. I crediti fittizi sono stati difatti ceduti più volte a terzi per consentire poi la monetizzazione tramite intermediari finanziari del bonus sisma e la successiva dispersione del profitto del reato. In tal modo gli indagati si sono assicurati i proventi illeciti che sono stati in gran parte auto riciclati per far perdere ogni traccia delle origini fraudolente delle risorse economiche illecitamente percepite.
- 9 Dicembre 2024 -