
Gli esseri viventi possiamo vivere perché esistono le piante, le quali tramite la sintesi clorofilliana trasformano l’anidride carbonica in ossigeno, per cui la loro presenza è vitale.
Dopo il secondo conflitto mondiale, per via della ricostruzione, si è assistito ad un boom di costruzioni edilizie che permane ancora oggi.
Da alcuni anni si parla di “città verticali”, cioè città metropolitane piene di palazzoni attorniati dal verde che dovrebbe crescere nei balconi.
Anche a Modica nel periodo postbellico si è assistito ad un aumento delle costruzioni in particolare nel centro storico (a tal proposito è possibile consultare il libro “Scempi urbanistici nel salotto di Modica di Piero Vernuccio Edizioni Associazione Culturale Dialogo 2019).
In quegli anni si è deciso di edificare tutto il centro storico di Modica, scelta condivisibile o meno che non voglio discutere in questo mio scritto.
Quando si è deciso di edificare il centro di Modica nel contempo si è creato il “quartiere per la villeggiatura” ove erano presenti delle case attorniate dal verde ove principalmente venivano trascorsi i mesi estivi.
Questo quartiere prese il nome Sorda, per spiegare perché questo quartiere prese questo nome riporto quanto ha scritto Giovanni Modica Scala nel suo volume “La Grande Alluvione”(Edizioni Voce Libera 1968).
“Aveva costei una bettola, tra le più famose di Sicilia, all’incrocio delle strade per Modica, Scicli, Pozzallo e Spaccaforno, sul pianoro che ospita l’attuale Chiesa del Sacro Cuore, a un tiro di schioppo dai ricchi mercati modicani e dai suoi fondaci affollati da carrettieri provenienti da ogni parte dell’isola. Qui si davano convegno i mercanti per riordinare la merce, prima delle fiere, e qui si ritrovavano, alle prime luci dell’alba, per contare il denaro e per fare il pieno, prima di affrontare, in sonnolenta carovana, le lunghe strade piene di sole e di polvere. La bettola era aperta giorno e notte e la sua proprietaria si alternava con il marito al banco, a mescere, e in cucina, a friggere e ad arrostire pezzi di montone o di maiale. Il vino era quello che i carrettieri stessi, clienti e fornitori, portavano da Vittoria e da Pachino. A servire in tavola, di giorno, era sempre lei, una donna che non finiva mai, con sette vite come i gatti, bella e florida come una Gioconda campagnola, con un lieve difetto che tutti conoscevano ma a cui, in sua presenza, nessuno accennava mai. Ci sentiva poco, tutto qui. Non che fosse sorda come una campana; no, ma bisognava parlar forte se non si voleva un fumante piatto di fagioli con cotiche, invece di un pezzo di salsiccia. Fuori, invece, lontani dalle veloci mani dell’interessata, si diceva pane al pane e vino al vino. Ci vediamo dalla Sorda; passiamo dalla Sorda; te lo lascio dalla Sorda; ci incontriamo, ci sentiamo dalla Sorda, alla Sorda. Sorda, Sorda, Sorda”.
Suddetto quartiere, ove si fermavano i viandanti per rifocillarsi, negli anni 90 si è deciso che doveva diventare il “quartiere nuovo e moderno di Modica”.
Pertanto si è iniziato a demolire quelle casette di villeggiatura attorniate dal verde e si è dato spazio al cemento e ai palazzoni come li vediamo oggi.
Ad oggi in questo quartiere erano rimaste tre ville antiche attorniate dal verde, è già iniziata la demolizione di queste tre ville, l’ultima Villa Biscari, di fronte la Chiesa del Sacro Cuore, in tal modo s’incementerà l’intero quartiere e purtroppo quasi tutta l’intera città.
Si, non avete capito male, ho scritto volutamente quasi tutta l’intera città, in quanto l’unico spazio verde “vero” in città si trova nel quartiere D’Oriente, trattasi dell’ex sanatorio creato dal dott. Rosario Cascino conosciuta da tutti come villa Cascino.
E’inammissibile che in una città non esistano degli ampi spazi verdi ove è possibile trascorrere le giornate in totale serenità che la natura ci dona.
Quello che mi fa più rabbia è che tutto ciò è potuto accadere grazie alla connivenza del Consiglio Comunale che ha approvato le concessioni edilizie presentate dagli appaltatori.
Chi ci ha rappresentato e ci rappresenta ed ha concesso la creazione di questo scempio, ha nella coscienza la “morte vitale” della nostra amata Modica.
Da modicano che ama totalmente la natura sono ampiamente incazzato, e non so purtroppo se avessi il coraggio di fare nascere i miei figli in una città ove non esiste il verde.
NeleVernuccio














9 commenti su “L’importanza del verde in una città.. di Nele Vernuccio”
Al dio denaro Modica ha chinato la testa, palazzoni per chilometri. Scempio scellerato che ha divorato letteralmente una parte della cultura modicana. Ora una domanda è mi farebbe piacere avere una risposta da un ” costruttore” : ma tutti questi appartamenti a chi li dovete vendere??? Con la fame che c’è in giro è un buon affare costruire?
Non si può non condividere quanto scritto e descritto in questo articolo. Puttroppo è una deturpazione scellerata che ha cancellato la caratteristica bellezza di tutta la zona. L”espansione è cominciata con le case così dette dell’urra e poi via tutte le demolizione.: Il frantoio, la villa di Cicero ecc. ecc. e avanti tutte le altre … per fare spazio e luogo a tutte quelle costruzioni anonime, dopo l”azasi.e l’ospedale . E ‘ vero che In questi progetti è mancata e manca, certamente, la concreta responsabilità del comune a salvaguardare la storia e la suggestiva bellezza di un territorio unico,ameno.Le varie amministrazioni comunali hanno preferito prostituire il piano regolatore agli oneri di urbanizzazione dei costruttori. È rimasta solo ” villa Cascino”, scandalosamente fatiscente e dove gruppi di ragazzini scorazzano facilmente, senza custodia. Ma ci vuole a capire, di valorizzarla e inserirla in un itinerario turistico, magari con una sosta del trenino per il tempo necessario di visitarla ed apprezzarla? Ma ci vuole così tanto a mettere un custode , che vigili… e qualche € per l’ingresso dei visitatori.? Vogliamo gettare lo sguardo sui palazzoni cimiteriali? Obbrobrio!!!!! Già verso l’Itria, senza ritegno e rispetto AMBIENTALE, si sta rosicchiando il TERRITORIO con colate continue di cemento.. … SCEMPIO concentrare tutte le zone modicane in un unica realtà…, follia, non immaginare di dislocare nelle frazioni, piccole realtà cimiteriali. Vogliamo guardare ‘a cruciccia… scaddacuccu’? E il mostro DMB che domina la città nel disinteresse di chi governa.? È pur vero, che in tutte le costruzioni ci sono le banche con i mutui.. di fatto proprietari degli immobili, ma occorre dare una frenata e riproporre ristrutturazioni a recupero, anche di ruderi,che ripropongono solo. rinascita.
Ringraziato a sti 4 politici che votate a Modica, che non sono riusciti nemmeno a salvare il tribunale di Modica, questo è quello che vi meritate perché io personalmente non vado più a votare, gli unici che hanno fatto qualcosa per modica a bonamuzza di Peppe drago e Piero torchi il resto no comment
“.. Là dove c’era l’erba ora c’è una città, e quella casa in mezzo al verde ormai,
dove sarà?”.. Celentano docet.. Ignazio ducet..
Concordo assolutamente e in pieno. È una GRANDISSIMA VERGOGNA!!! Vivo in una città del nord e quello che ho potuto constatare è l’attenzione al verde anche nell’edilizia privata, dove gli alberi preesistenti non vengono SUPERFICIALMENTE ELIMINATI ma preservati e valorizzati nella nuova costruzione. A Modica si preferisce una cementificazione selvaggia che non lascia spazio a un briciolo di verde, senza la minima attenzione alla vivibilità e alla valorizzazione di una cittadina che si trasforma anno dopo anno in un mosaico di palazzoni quasi vuoti…che tristezza, che scempio che incoscienza…che rabbia!!!
Articolo veritiero. Ma è anche vero che, chi può ristrutturare ville del genere? Ormai alcune li vedevo in totale abbandono. Magari mi sbaglio! Certo, un vero peccato, a me personalmente piacciono tantissimo queste ville antiche.
Scompare un paesaggio che ci accoglieva fatto di architetture spontanee a misura d’uomo. Io non sono di Modica ma nei primi anni 70 venivo a studiare alla sorda e apprezzavo tutto quel contesto di abitazioni che a pian piano non si ha avuto il coraggio e la lungimiranza di proteggere da una assurda speculazione edilizia
A Modica insistono più case ( appartamenti od altra tipologia ) che citadi iresidenti..
Bisogna tra l’altro considerare che un quarto dei residenti risiede fuori il centro abitato.
Eppure si continua ad ereggere edifici che rimarranno vuoti..
Nel centro storico meta degli edifici sono praticamente vuoti e disabitati, e tanti sono ruderi pericolanti.
Non c’è la cultura del verde, ne tanto meno nel piantumare alberi da frutto od ornamentali.
Diciamo pure che lo stato non è che abbia aiutato molto i proprietari delle ville storiche che, in quanto tali, non sono state esentate dall’IMU se prime case ed essendo spesso non abitate dai proprietari sono state tartassate su tutti i servizi ed anche considerate importanti produttrici di reddito ai fini IRPEF da sommare al reddito personale. In definitiva oltre al danno anche la beffa, il costo della manutenzione, spesso assai gravoso, si aggiunge ad un peso fiscale insostenibile. La costituzione dice che le tasse devono essere proporzionali e crescenti con la capacità contributiva ma mi dite come una villa storica aumenta la capacità contributiva ? Ci possiamo lamentatare se i proprietari finiscono per accettare ben volentieri lo offerte dei costruttori, ove appena possibile ? Poi tutti a piangere per la scomparsa di tanti gioiellini e l’ obbrobio dei quartieri dormitorio. Tutto ritorna purtroppo e l’economia ha regole incomprimibili.