
Com’è noto gli oceani sono il più grande dissipatore di calore del pianeta, dal momento che assorbono il 90 per cento del calore in eccesso, causa dei cambiamenti climatici. Recentemente una rivista brasiliana ha condiviso un articolo e un video sulla sua piattaforma che rifletteva l’inquinamento dei mari e l’effetto che ha avuto su una tartaruga marina trovata con un assorbente, conficcato nel naso. Il video postato sui social network ha raccolto quasi 36 milioni di visualizzazioni. Ma siamo consapevoli di cosa significa quando oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica si trovino tutt’ora negli oceani? Aggiungiamo che 1,5 milioni di uccelli, pesci, balene e tartarughe muoiono ogni anno a causa dei rifiuti di plastica. Una situazione in progressivo peggioramento. Quali azioni possiamo intraprendere per evitare l’inquinamento? I dati sono incontrovertibili, dal momento che dalla metà del secolo scorso sono stati prodotti 9 miliardi di tonnellate di plastica tra vergine e riciclabile. Innanzitutto non gettare rifiuti nelle spiagge. Tutti noi vogliamo goderci spiagge, fiumi e laghi senza essere circondati da oggetti di plastica. Aggiungerei controlli serrati e multe salatissime dal momento che è l’unico modo per combattere l’inciviltà. Altro aspetto, non secondario, riguarda la riduzione del consumo di energia e le emissioni di CO2 che ha effetti sul cambiamento climatico sugli ecosistemi marini, come l’inquinamento termico o l’innalzamento delle maree. Inoltre, un sistema che generi un cambiamento politico in cui le persone contino al di sopra dei consumi e della depredazione della natura.













