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Cisl Ragusa. Dopo l’emergenza lavoro, adesso quella occupazionale

“L’ascesa dei prezzi dei carburanti e del caro bollette mette in ginocchio sempre più lavoratori, imprese e famiglie anche in provincia”
Tempo di lettura: 2 minuti

“Raccogliamo, quasi giornalmente, accorate grida d’allarme. La situazione è molto pesante. L’ascesa dei prezzi dei carburanti e del caro bollette che, anche sul territorio ibleo, stanno mettendo in ginocchio lavoratori, imprese e famiglie va subito frenata. E’ necessario trovare una soluzione che consenta a tutti di respirare”.
Lo dice la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, preoccupata per i numerosi segnali raccolti lungo questa direzione anche nell’ambito territoriale ibleo. “Sosteniamo la posizione del nostro segretario generale, Luigi Sbarra – continua Carasi – quando afferma che è giusto utilizzare l’extra gettito Iva di questi mesi. Così come è doveroso tassare i maxiprofitti delle imprese energetiche che stanno applicando questi dissennati aumenti dei prezzi. Le entrate, in questo caso, sarebbero da utilizzare per alimentare il fondo sostegni al caro bollette. Ci sono delle specificità tutte della provincia di Ragusa e che hanno a che vedere con settori più in difficoltà, dal terziario all’artigianato, comparti che, dopo la pandemia, non sono riusciti a risollevarsi e rispetto a cui ci si attendeva un 2022 di ripresa, cosa che, invece, purtroppo, stenta a realizzarsi anche alla luce delle ricadute del conflitto tuttora in corso. Difficoltà che si riverberano sui lavoratori e sui potenziali tagli che gli stessi potrebbero subire. Chiediamo che tutti facciano la propria parte mettendo a disposizione delle famiglie e delle imprese in più grave difficoltà le maggiori entrate fiscali di cui si sta beneficiando. E’ necessario affrontare la questione della politica dei redditi con un percorso strutturato. Sollecitiamo un confronto con le parti sociali a tutti i livelli, anche quello locale, affinché si abbia chiaro il quadro della situazione. Ci sembra che, purtroppo, dopo l’emergenza sanitaria, adesso, bisognerà fare i conti con l’emergenza lavoro”.

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