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A volte ritornano. Il dott. Marco Cassone rientra a Modica

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Il Dott. Marco Cassone ritorna nella Contea e con i suoi studi dà un grande contributo alla scienza.

 Ricordo il giorno in cui feci i test per la specialistica, a Roma. Tra qualche dubbio ed incertezze arrivai quasi all’ultimo momento e, varcata la soglia dell’aula, vidi sulla porta d’ingresso la scritta D10, il nome dell’aula; ma io lessi Dio, e di colpo ebbi come la certezza di trovarmi nel posto giusto per la ragione giusta”.

Inizia così la nostra intervista al Dott. Marco Cassone, con un aneddoto. Si, perché ascoltare aneddoti e storie di vita spesso ci arricchisce di dettagli preziosi. E dopo anni trascorsi all’estero ed innumerevoli studi, il dottore modicano è tornato a casa, più impegnato che mai nel suo lavoro, ottenendo risultati che gli sono valsi il riconoscimento accademico.

Dopo aver seguito il regolare percorso di studi di medicina presso l’Università La Sapienza di Roma, e dopo una specializzazione in genetica medica, Marco Cassone si è trasferito in Olanda per continuare come ricercatore presso l’UMCG, il dipartimento di genetica dell’università di Groningen, la stessa università che nel 2016 ha visto uno dei suoi ricercatori, Ben Feringa, insignito del prestigioso premio nobel per la chimica.

Ritornato a Modica nel 2017, il Dott. Cassone ha iniziato a prestare servizio presso il reparto di pediatria dell’Ospedale Maggiore di Modica,  impegnandosi attivamente anche nel campo della ricerca insieme ad enti nazionali ed esteri. Ed è così che, in collaborazione con l’unità pediatrica di neurologia e malattie muscolari e con il reparto di genetica medica dell’Ospedale Gaslini di Genova, ha portato a termine uno studio, annoverando un’importante scoperta tra le pagine della letteratura scientifica.

Pubblicata su Publimed (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34301702/) nella rivista British Medical Journal of Case reports, tale scoperta nasce dall’osservazione di una rara forma di distrofia muscolare, già rilevata nel 2012 da altri ricercatori, ma che Cassone è riuscito ad approfondire a livello clinico, ricavando informazioni preziose su quella che, fino a poco tempo fa, sembrava una patologia dai risvolti fatali già all’età di un anno o addirittura durante la gravidanza. Marco ha individuato una nuova forma della malattia, più leggera. “È stato possibile –afferma– osservare e rilevare maggiori informazioni sul fenotipo, ampliando lo spettro di conoscenza sulla correlazione genotipo\fenotipo, e ciò ha permesso di individuare una forma della malattia con gravità intermedia rispetto alle altre forme elencate fino ad oggi nella letteratura scientifica. Questo è importante –continua– per predire con più precisione le conseguenze delle mutazioni che causano la condizione, estremamente rara, specie in diagnosi prenatale. Ciò comporta, oltre ai risvolti scientifici, anche dei risvolti etici.

La scoperta, dunque, oltre ad aver approfondito la conoscenza sulla clinica di questa rarissima condizione, “potrebbe fornire sempre più dettagli in futuro sulla struttura e sulla funzione delle  proteine coinvolte.”

Alla domanda se i fondi stanziati in campo medico siano sufficienti, Cassone risponde: “La ricerca è il fulcro del nostro lavoro, e ogni euro speso per essa torna indietro mille volte tanto. Ma non sono i soldi –continua– è piuttosto il tempo che le viene dedicato ad essere poco”,  conclude quasi lanciando un monito che vuole essere altresì uno sprono e un incoraggiamento per il futuro. Questa scoperta, insieme ad altri lavori, sono valsi al Dott. Cassone l’invito a tenere conferenze scientifiche presso congressi internazionali, come di recente a Singapore.

E infine una riflessione: sebbene siano in tanti a lasciare la Sicilia per cercare fortuna all’estero è altrettanto vero che molti, e Marco ne è l’esempio, hanno deciso di tornare, ancora affascinati e attratti dalla loro terra, dove desiderano apportare il loro contributo più significativo.

Danilo Maci

 

 

 

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