Su due poesie della tunisina Samia Ammar… di Domenico Pisana

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Samia Ammar Bouattour, nata a Sfax , in Tunisia, è una poetessa con una spiccata sensibilità sociale, che ha pubblicato sette opere letterarie, di cui quattro sono raccolte di poesie.
Completati gli studi superiori si è specializzata in Inglese, proseguendo successivamente gli studi in Francia presso la Facoltà di Lione 2, conseguendo la Laurea triennale in Arabo a Lione nel giugno 1972. Ha conseguito anche il diploma di lingua tedesca presso l’Istituto Superiore di Lingue Moderne di Sfax nel giugno 2011, ed è membro dell’ “Unione degli Scrittori Tunisini” dal 1991. Diverse sue poesie sono state pubblicate su famose riviste letterarie e/o in Antologie di poesie pubblicate in America, Bulgaria, Romania, Marocco, Tunisia.
Ci vogliamo occupare di due poesie di Samia Ammar, tradotte dal francese dal poeta ragusano Tullio Sammito, già docente di Lingua e Letteratura Francese nonché Dirigente scolastico in pensione, perchè ci ha particolarmente colpito il piglio civile della versificazione.
La prima poesia, che porta il titolo “La spiaggia desolata”, si connota infatti per la sua intensità espressiva legata ad una problematica di forte valore etico, ossia la questione della tutela dell’ambiente, oggi discussa a livello mondiale.
La poetessa lancia un grido di allarme sul disastro ecologico causato da “Petrolio e calamità che si son spartite le spiagge dorate”, e denuncia la rottura tra “spiagge e mari” determinata dal veleno delle fabbriche. L’epilogo del testo poetico è una esortazione dal respiro universale, quella di proteggere il mare, la natura e l’ambiente, ponendo così degli interrogativi alle coscienze a livello palanetario.
Con questa poesia, l’autrice mostra di credere nel sogno e nell’utopia di un clima e di un ambiente da salvaguardare; i suoi versi hanno un tono di riflessione civile, si fanno “urlo”, “spia” capace di intercettare l’essere e la condizione dell’interiorità umana, sia a livello universale che sul piano personale:

O mare, le tue onde ebbre di nostalgia
Gemono amaramente
L’inquinamento ha rovinato il loro mormorio
Ed esse scorrono ora con fragore
Petrolio e calamità si son spartite le spiagge dorate
Se le son contese per ricoprire lo splendore della marea
E hanno combattuto per smembrare il mare.
La distesa d’acqua ha brontolato “Dio che imboscata!”
Perfino la natura ha assunto un aspetto austero
La linea dell’orizzonte s’è oscurata
E pure gli uccelli hanno sofferto
Atterrita, la natura nel vedere la spiaggia desolata
Tanto disastrosa era la sciagura
La macchia nera s’è distesa lungo il tranquillo mare;
Ha ricoperto le sue frange
Di petrolio e con il fango.
La tanto adorata passeggiata sulla sabbia argentata
Impossibile è diventata.
Adombrati, schiere di ragazze e di ragazzi
Si sono domandati:
“Cosa è accaduto? Poveri noi!
Ѐ sparita l’amicizia?
Tra spiagge e mari
C’è una rottura?
Ha interrotto il tempo
I loro stretti legami e la loro tenerezza?”
No certo, è il veleno delle fabbriche
Che li ha sommersi;
Si è intorbidita l’acqua limpida
E nel fondo, s’è sparsa la morte
Ella si è messa a spiare i pesci e gli uomini
O persone, proteggete il mare da questo petrolio maledetto!
(La spiaggia desolata)

Con la seconda poesia, Tu rappresenti l’eternità, Samia Ammar si rivolge ad un’attivista militante con un tono delicato e ricco di sentimenti ed affetti; la versificazione si snoda come evocazione che esalta la bellezza di un impegno sociale caratterizzato da fermezza e luminosità di vita: “Tu eri il raggio che rischiarava tutti i sentieri…La tua anima si libra su di noi / Sopra le moschee e nei dintorni”.
Carichi di sentimento e di fede i versi finali della lirica, ove Samia Ammar Bouattour immagina la persona sacrificatasi , in Paradiso con i “profeti e i giusti”.
Una poesia che si fa apprezzare per i toni e le misure, per quel realismo affettivo che sa accettare anche il dolore e che crede nell’impegno come orizzonte di speranza in cui tracciare vie d’umanesimo.

Figlia mia, su questa terra di dedizione, hai resistito
La tua volontà e la tua fermezza hanno esasperato i nemici
-Al tuo popolo, il miglior esempio, hai fornito
Hai incarnato l’eternità malgrado la crudeltà
-E a dispetto dell’ingiustizia, dell’oppressione
E delle stragi attraverso il tempo
-Tu eri il raggio che rischiarava tutti i sentieri
Eri la fiamma e la lucidità
-Tu eri il mormorio e il sibilo
Eri il rombo e l’eco
-La tua anima si libra su di noi
Sopra le moschee e nei dintorni
-Il tuo sangue s’è propagato in ogni posto
In un esotico profumo, in una goccia di rugiada
-Il tuo paese s’è ispirato alla tua abnegazione
E nel mondo libero s’è imposto
In Paradiso, sei andata certamente
Con i profeti e i giusti
(Tu rappresenti l’eternità – Ad una militante)

Il percorso globale di questi testi è legato alle inquietudini della poetessa, e si essenzializza in note così umane e incisive che lasciano intravedere come in ogni cultura ci siano istanze, temi, problematiche che vedono i popoli, al di là delle differenze, bisognosi di costruire ponti di dialogo per un mondo più umano.
Ed oggi che si parla molto di sfida ambientale, la voce di Samia Ammar conosce un rigore etico e di con¬fronto in una parabola di indicazioni e di recuperi severi, e il suo pensiero sull’ambiente è una goccia di luce che, unendosi a tante altre gocce poetiche, può illuminare i passi dell’umanità.

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