
Lo sapevate che il Costa Rica (oltre 5 milioni di abitanti, compresa l’isola Del Cocco, Guam, Barbados e le Marianne settentrionali), sono quattro dei 21 stati al mondo… che hanno rinunciato ad avere un’esercito? Una decisione che il Costa Rica ha preso 73 anni fa, tre anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, scommettendo su una strategia pacifista. Decisione che consentì alla nazione, di spostare risorse finanziarie e energie in settori cruciali tra le quali spiccano: scuola, salute e la lotta ai cambiamenti climatici. Anno dopo anno, le amministrazioni succedutesi alla guida del Costa Rica hanno scommesso sul dialogo, prima di pensare a difendersi, nel tentativo, ampiamente riuscito, di scommettere sulla reale diffusione della pace. I progetti ambientali dello stato caraibico, elogiati e riconosciuti dalle Nazioni Unite, che nel settembre 2019 gli è stato conferito il premio Champion of the Earth, stanno mettendo in evidenza il grande impegno svolto dal Governo nelle sue aree naturali, come la tutela della biodiversità della giungla pluviale protetta che si affaccia sul mar dei Caraibi e sull’Oceano Pacifico. Tutte azioni che gli esperti assicurano che al di là delle ragioni sociali, morali, politiche per cui il Costa Rica ha deciso di sbarazzarsi del suo corpo militare, hanno portato dagli anni ’50 un’invidiabile crescita economica allo stato e un reddito pro capite il più alto di tutto il centroamerica. Scongiurati, ovviamente, i colpi di stato e gli interventi militari stranieri. Tutte belle cose che garantiscono stabilità politica, investimenti nel sociale, oltre a rafforzare un atteggiamento pacifista nella popolazione costaricana.