Sembra il titolo di una canzone di Luca Carboni o della grande e compianta Giuni Russo, invece è semplicemente il tema dell’argomento che, ancora una volta, vuole mette in risalto il solito annoso problema irrisolto: l‘inciviltà dell’uomo! Chi mi legge e mi segue da tempo sa, che di solito io evito di parlare di fatti personali o che coinvolgano parenti ed amici. Un mio grande maestro giornalista mi ha lasciato in eredità questo importante insegnamento: mai utilizzare un mezzo pubblico o un media (anche il meno seguito del pianeta) per parlare di “cose proprie”. Oggi, purtroppo, ma per motivi che giudicherete voi stessi, devo bypassare questo insegnamento, perché quello che sto per raccontare, seppur accaduto a chi vi scrive, vi assicuro che coinvolge tutti noi, tutta la nostra comunità. Non possiamo lamentarci in uno Stato di Diritto, solo di soprusi ed angherie che, secondo un’atavica memoria collettiva, ci propinerebbe giornalmente lo Stato, quando invece è la “basilare e pacifica convivenza civile” ad essere calpestata senza ritegno da un egoismo e tornacontismo personale esasperato e d’altri tempi. Ma andiamo ai fatti. Con il mio gruppo musicale, Rossodiretto, la sera dell’8 agosto scorso (badate bene: 8 agosto e non 8 febbraio!) stavamo completando la serata musicale che, magistralmente, l’Ente Comune “Città di Modica”, quest’anno ha voluto regalare a villeggianti e turisti che passeggiano nello splendido scenario del Lungomare Buonarroti di Marina di Modica. Quest’anno Sindaco ed Amministrazione, infatti, proprio sull’incoraggiamento del prestigioso riconoscimento della “Bandiera blu” di cui è stata insignita la conosciutissima frazione balneare modicana, non ha voluto privare i villeggianti della buona musica e del divertimento, organizzando, grazie alla competenza del Gruppo Promoservice dell’onnipresente Peppe Stornello, una serie di “piccoli eventi, concertini e serate di piano bar ” in diversi punti della Città e delle frazioni, fra cui alcune, proprio sul lungomare, fra il verde curatissimo e gli antichi scogli bagnati dalle onde del Mare Mediterraneo. Quindi, nei pressi della Piazza Donatello, ed esattamente dov’è presente la famosa “mezza casa in pietra”, simbolo della cultura e laboriosità dei maestri scalpellini modicani, è stata allestita una piccola pedana dove, a turno, si esibiscono musicisti e cantanti. Un sistema piacevole per far trascorrere qualche ora di spensieratezza, nel pieno rispetto delle normative anticovid, alle persone che dopo un giorno di lavoro o (per i più fortunati) una giornata di pieno mare, hanno voglia, insieme a parenti ed amici, di ascoltare buona musica. Ebbene, ora voi immaginate la scena: avevamo appena finito di suonare e cantare il brano “E la luna bussò” della mitica Bertè”, con la piazzetta antistante, piena di gente di tutte le età, molti ragazzi e bambini che, con mascherine e distanziamento sicuro, applaudivano anche a scena aperta……., quando un “indefinibile individuo” in calzoncini e maglietta stropicciata, proveniente “dal più profondo buio della notte (cit. Le Orme) ”, identificabile con la parte interna e nascosta della mezza casa in pietra, mi sgridava lontano con un “ouh”, che gli allevatori usano abitualmente per allontanare o richiamare vacche e pecore. Dopo il bucolico verso e con un fare perentorio da bidello di scuola media incacchiato, col piedino battente (tipo Footstompin’ music dei Grand Funk) mi indica con l’indice l’orario sul suo orologio da polso. Penso subito, fra me e me, che potrebbe trattarsi di un impiegato comunale (cosa mai vista) venuto per controllare i tempi tecnici dell’esibizione e quindi, con sincerità totale, glielo chiedo. Mi risponde con tono presuntuoso: “No…sono uno che domani mattina deve andare a lavorare alle 5,00”. Rispondo subito: “Ah ok, mi dispiace, mi dia 10 minuti per finire il programma musicale e stacchiamo…”. A questo punto, ancora più incacchiato di prima, continuando nel suo atteggiamento da educatore sociale isterico, con la manina chiusa a mò di ammonimento magistrale verso l’allievo impunito, replica:”Forse non ci siamo capiti, lei deve staccare adesso e basta!”. Cerco di farlo riflettere, chiedendo ancora con educazione la mia “proroga papale” di appena 10 striminziti minuti. Niente da fare, il tipetto isterico, sempre più incacchiato e con la manina sempre più minacciosa che mai, mi ripete la solita pappardella del “Forse non ci siamo capiti……”. A quel punto inizio a perdere le staffe, lascio le tastiere e mi dirigo sull’alieno conservatore del “sonno perenne rivierasco”. Le custodie messe a mo’ di barriera per i bambini, fortunatamente fermano il mio slancio da “rappresaglia Viet-Cong”. Lui, non curante per nulla del fatto di avere interrotto un pubblico spettacolo, con la gente che assisteva attonita allo spregevole episodio e già visibilmente infastidita, aggiunge, sempre con aria minacciosa: “Potete suonare fino a mezzanotte……vuole vedere l’articolo? – Se non smettete, chiamo subito i Carabinieri!”. Tutti i musicisti del gruppo, fortemente innervositi da quanto stava accadendo, iniziarono a loro volta, a girarsi verso “l’alieno” con aria minacciosa. “Siamo in ballo…. E memore del mio latino pensai: …cum hostium ad manus venit”. Ci siamo, il peggiore epilogus possibile stava arrivando….., ma quando tutti pensavamo al peggio…..ecco che veniamo interrotti dalla suadente voce della nostra “front girl” e straordinaria cantante Roberta, la quale, sempre sorridendo davanti al pubblico, invita “l’alieno” a venire al microfono esclamando: “Signore venga qui, si faccia vedere….dica in pubblico al microfono, perché a mezzanotte tutti dovrebbero andare a casa a dormire…….Venga , venga qui…..” . A quel punto ho realmente temuto il peggio perché, soprattutto i più giovani (ma non solo) iniziavano ad imprecare verso “l’alieno rivierasco” che saggiamente (e vigliaccamente) appena visto l’andazzo, si dileguava fra le mura della “mezza casa in pietra”. Così abbiamo ripreso a suonare, terminando lo spettacolo dopo 15 minuti. Per curiosità, l’indomani sono andato a vedere l’articolo 6 dell’ordinanza del Sindaco: avremmo potuto suonare fino alle ore 1,00. Vorrei dire a questo signore che abita nei pressi della “mezza casa di pietra” che lui, avendo il privilegio di guardare le onde del mare e l’orizzonte ogni santo giorno, dovrebbe avere anche l’umiltà e la pazienza di sopportare il prossimo e le tante persone che, pur non avendo la possibilità di sentire la brezza del mare sulla pelle tutti i giorni, hanno però il piacere di farlo ogni tanto, come i comuni mortali, e di godere di quelle poche sensazioni protopatiche che il buon Dio ci ha regalato, come esseri viventi fortemente organizzati in una comunità civile. Se vuole vivere senza avere il “dispiacere” di sopportare la “gente comune” che vive e si aggrega in comunità evolute, può sempre andare a vivere in aperta campagna, dedicandosi all’arte delle coltivazioni e dell’allevamento del bestiame, utile all’economia dei popoli e alla società, anziché fare lo “sceriffo con la stella spuntata dalla becera ignoranza” e presentarsi alla comunità col rischio d’essere linciato inutilmente. Questo è solo un consiglio ovviamente, anche perché la prossima volta che suoneremo ancora lì, sarà di sabato…….E, per quel giorno settimanale, l’ordinanza del nostro caro Sindaco (che ringrazio sempre) ha previsto musica fino alle 3 di notte! Buon ascolto!
Francesco Roccaro

2 commenti su “Mare, mare, mare…ma in mezzo agli altri non ci so stare! Riceviamo e pubblichiamo”
Francesco,
Probabilmente quel signore aveva “a stuzzia o suonnu”……
Se lo disturbate esiste la campagna…. È da è tranquillu