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Pozzallo, soprusi e vessazioni all’ex. Provvedimento restrittivo

Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo anni di soprusi e vessazioni, una pozzallese di 31 anni era riuscita a trovare il coraggio di lasciare l’ uomo con cui conviveva dal 2006.  A quel punto, però, si era ritrovata vittima di un incubo ancora più grave.

L’ ex compagno, infatti, dal mese di settembre dello scorso anno, aveva iniziato a perseguitarla, prima pedinandola e poi era passato anche alle vie di fatto, aggredendola con schiaffi ed addirittura arrivando a costringere il figlio minore a sputare in faccia alla madre.

Ogni giorno l’uomo scriveva su Facebook offese contro la donna e la tempestava anche di telefonate.

La presunta vittima, assistita dall’ Avv. Michele Savarese, aveva più volte denunciato le aggressioni subite ed il Sostituto Procuratore, Martina Dall’ Amico, aveva riscontrato la pericolosità dell’uomo chiedendone il rinvio a giudizio per il reato di stalking.

L’interessato, invece di tornare sui propri passi ha continuato ad aggredire l’ex convivente: schiaffi, sputi e minacce erano diventate la quotidianità per la povera vittima.

Anche davanti ai Carabinieri non aveva esitato a vantarsi della propria condotta criminale, minacciando la donna ed affermando testualmente “se mi arrestate pazienza”.

Ma quando addirittura è arrivato a minacciare di morte pure la figlia minore, la presunta vittita, tramite il proprio legale, ha presentato una nuova denuncia e questa volta è arrivata la misura cautelare firmata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà. All’uomo è stato imposto il  divieto di avvicinarsi all’ ex convivente ed alla figlia minore.

“La mia assistita è una donna coraggiosa che non si è mai arresa davanti alle aggressioni ed alle violenze – afferma l’ Avv. Savarese –  anche quando erano diventate quotidiane. Questo comportamento sia di esempio a tutte le donne che hanno paura di denunciare i propri aguzzini. Lo stalker va fermato subito ed adesso grazie alla recente legge n. 69 del 2019, meglio nota come “Codice Rosso” esistono gli strumenti giudiziari per una maggiore tutela”.

 

foto repertorio

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