
La visita di ieri nelle province di Catania e Ragusa del sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, è stata l’occasione per ribadire l’attenzione del governo nazionale ai temi sollevati dalla Lega Sicilia. Prima di tutto, afferma il Segretario Regionale della Lega Sicilia Nino Minardo, mi unisco a lui nel ringraziamento a tutte le forze dell’ordine, ai vigili del fuoco e alla protezione civile impegnati costantemente per garantire l’ordine e la sicurezza. Lo abbiamo visto in occasione dell’esercitazione per la ricerca di persone scomparse sull’Etna e nel tavolo di lavoro in Prefettura a Ragusa. Particolarmente apprezzata è stata poi la conferma di come, in questa fase, le richieste della Lega sul tema dell’immigrazione irregolare stiano trovando risposte rapide e concrete dall’esecutivo e in primis dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Durante la visita che abbiamo fatto insieme all’hotspot di Pozzallo abbiamo constatato una situazione serena, ben gestibile e ben gestita che perdura da almeno un paio di settimane così come avviene nelle altre strutture di accoglienza di migranti nella nostra Regione. L’azione politica e diplomatica del premier sta seguendo la linea tracciata dal nostro leader Matteo Salvini e sta dando buoni frutti; ovviamente il mio partito continuerà a fare pressione in ogni sede (europea, nazionale e regionale) affinché la Sicilia e i siciliani possano trascorrere un’estate tranquilla e senza essere assillati dal fenomeno degli sbarchi clandestini. Faccio mie le parole del sottosegretario Molteni, conclude Minardo: “l’Italia, la Sicilia e la provincia di Ragusa hanno bisogno di turisti e non di migranti”.
1 commento su “Ragusa, Lega. Visita Sottosegretario all’Interno, Molteni”
In questo comunicato stampa sembra esserci uno stretto legame, non solo etimologico ma anche apparentemente pratico, tra provvidenza e provvedimento.
Probabilmente, il recente sopralluogo di Salvini a Fatima, tra la dimensione privata della preghiera e la retorica pubblica dei social, ha sortito i suoi effetti.
Se ne ricava un curioso insegnamento: le teorie del leader della Lega da gregario governativo sono più efficaci della sua azione da ex-titolare di un importante dicastero.
Infatti, il programma risolutivo per il fenomeno immigratorio dell’ex Ministro dell’Interno, anche dal suo quartier generale estivo del Viminale presso il Papeete, era condensato in poche e chiare parole: “aiutiamoli a casa loro”, di cui il Matteo in questione rivendicò prontamente il diritto d’autore all’altro Matteo (Renzi), che dello slogan si era indebitamente e improvvidamente appropriato.
A non essere chiaro, in quel momento storico, era il criterio di attuazione, cioè: attraverso chi e in che modo.
E’ ingeneroso non credere nei miracoli e non riconoscere la forza ispiratrice salviniana sull’attuale azione governativa: “….le richieste della Lega sul tema dell’immigrazione trovano risposte rapide e concrete dall’Esecutivo e in primis dal Presidente del Consiglio Mario Draghi” e “l’azione politica e diplomatica del Premier sta seguendo la linea tracciata dal nostro leader Matteo Salvini e sta dando buoni frutti”.
E’ sorprendente, poi, scoprire la disarmante semplicità di soluzioni per essere un’isola felice: “l’Italia, la Sicilia e la provincia di Ragusa hanno bisogno di turisti e non di migranti”.
Poco importa se la coesistenza delle due categorie, sotto il profilo economico, si concretizzi “in chiaro” per i primi e “in nero” per i secondi, alla stregua dei diseredati autoctoni.
In attesa del miracolo di risalita della Lega nei sondaggi – in tempi nei quali il successo editoriale (Io sono Giorgia) della dominatrice incontrastata di una solitaria e pertanto univoca opposizione, forte del convenzionale e poco riscontrabile bla-bla del ruolo, surclassa, oltre che i colleghi dell’area politica di riferimento, il valore delle opere letterarie – prende sempre più corpo l’idea che anche ai creduloni, per ottenerne il consenso, occorre offrire credibilità.