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Stagionali turistici e alberghieri in dispregio ai contratti

Alta l’offerta di lavoro. Alla fine manca il personale da impiegare
Tempo di lettura: 2 minuti

L’offerta di lavoro nel settore turistico alberghiero e della ristorazione rimane alta. Il dato è frutto di un’analisi sul mercato del lavoro stagionale dove emerge il dato che il lavoro c’è, ma è il personale che manca.
La questione è stata esaminata dalla segretaria provinciale della FILCAMS CGIL di Ragusa che esprime in un documento questo stato di cose.
“Qualche imprenditore del settore turismo – pubblici esercizi, si afferma, sostiene di essere stranito dal fatto che non è possibile trovare personale.
Tutto ciò è vero. Il personale stagionale non si trova. Ecco perché :
Alla fine di ogni stagione balneare, nei mesi di Settembre e Ottobre, tanti lavoratori e lavoratrici vengono a chiederci assistenza per fare domanda di disoccupazione (Naspi) e ci raccontano le condizioni dettate dalla contrattazione individuale, datore di lavoro/ lavoratore – trice, avvenuta prima di iniziare la stagione e che servirà a pattuire il “quantum” da dare al lavoratore come mensilità.
Non servono a niente le tabelle salariali dettate nei contratti nazionali che indicano le retribuzioni obbligatorie da percepire in base al livello e la mansione che si svolgerà; non servono a niente gli incontri, gli accordi presi dalle Organizzazioni sindacali e datoriali a Roma per siglare i nuovi CCNL, tanto qui danno 800 euro e non si deve cercare nient’altro.
Ci sono ma sono ancora poche le aziende che rispettano il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro nella nostra provincia.
I lavoratori e le lavoratrici ci raccontano di “finti” part-time involontari che molte camuffano contratti full time ( lavoro grigio ) con il duplice scopo di pagare basse retribuzioni ai lavoratori e risparmiare sui contributi; non parliamo poi della totale assenza di ferie e permessi ( ci si sente dire: “…lavori 4 mesi l’anno e vuoi pure le ferie? Sic!..)”, il tutto aggravato da un nastro orario di lavoro che supera talvolta le 14 ore di lavoro al giorno.
Quindi, riassumendo : la prassi è quella di pattuire una somma all’interno della quale verranno “inglobati“ formalmente tutti gli istituti previsti dal contratto, rateo 13^ mensilità, rateo14 ^ mensilità e rateo di TFR, ferie e permessi così da “mettersi al sicuro” dal punto di vista legale. Parliamo di lavoratori e di lavoratrici che nei periodi di alta stagione arrivano a fare 12/13 ore di lavoro al giorno per 900/1000 € al mese.
Da tempo come Filcams Cgil Ragusa, concludono, denunciamo questo fenomeno che la crisi pandemica non ha fatto altro che esasperare.
Assistiamo ad una “ri-conversione“ di manodopera verso altri settori; praticamente quello che negli anni è successo in agricoltura adesso via via sta succedendo nel settore turismo stagionale e le colpe non sono sicuramente da ricercare nel lavoratore che non vuole lavorare per 12/13 ore a 900/1000 € ma in quel tessuto imprenditoriale, non tutto per fortuna, che ha pensato a capitalizzare grandi profitti in pochi mesi a discapito del proprio capitale umano. Come è ormai acclarato il personale c’è …sono i diritti ed il rispetto dei contratti che mancano!!!”

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