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Ispezione al Comune di Modica su regolamento zona artigianale

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La Regione Siciliana, con apposito decreto, dispone una ispezione nei confronti del Comune di Modica sugli atti relativi alla modifica del regolamento della zona artigianale.

Con la deliberazione  del 25 giugno 2020 il Consiglio Comunale, a maggioranza, approvava una modifica del regolamento della zona artigianale di Modica, estendendo la possibilità, dentro la zona artigianale di Michelica, di vendere articoli non prodotti dalle imprese artigiane, “snaturando la finalità della zona artigianale, che secondo la legge deve essere destinata unicamente “all’esigenza di insediamenti di attività artigiane non compatibili con il tessuto urbanistico”, e ipotizzando una vera e propria variante al piano regolatore, di competenza della Regione Siciliana, atteso che la zona artigianale è destinata “alle attività industriali e artigianali” e non alla commercializzazione di prodotti”.

” Caduta nel vuoto la nostra tempestiva richiesta di revoca della deliberazione ritenuta illegittima, fatta a luglio dell’anno scorso, ci siamo rivolti alla Regione, competente in materia di varianti urbanistiche, la quale, non soddisfatta delle giustificazioni alle nostre osservazioni, che il Comune inviava il 22 gennaio scorso, ha ora disposto una apposita ispezione per acquisire gli atti – denuncia Vito D’Antona di Sinistra Italiana -.  Oggi, come allora, anche a fronte delle risposte propagandistiche di Abbate alla nostra richiesta di revoca, riteniamo che quel provvedimento vada cancellato, poiché tende a snaturare la zona artigianale trasformandola in un “centro commerciale”, dove può vendersi di tutto, visto che, tra l’altro, prevede che “ .. se lo stabilimento produce salumi, dovrebbe essere possibile vendere panini al salame”, “se produce bevande dovrebbe essere possibile vendere prodotti da accompagnare con le stesse bibite”.   .

Inoltre, riteniamo che il potere discrezionale insito nella formulazione del provvedimento, eccessivamente generico è incompatibile con la certezza del diritto necessaria ad una norma di attuazione urbanistica, nonché la necessità per legge che qualunque modifica nelle norme di attuazione del piano regolatore sono di competenza della Regione Siciliana e non del Consiglio Comunale, giustifichino ancora adesso una revoca.

A questo punto, in attesa dell’esito della verifica regionale, è doveroso che il Consiglio Comunale sospenda cautelativamente la deliberazione”.

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