
Sono troppo piccole e troppo fragili per reggere a lungo l’impatto del Covid-19 i cui effetti dovrebbero sentirsi oltre mese di maggio nella più ottimistica delle previsioni. Diciotto mesi di chiusure prolungate, senza adeguati sostegni, rappresentano un colpo pesantissimo per le attività di ristorazione. Anche le amministrazioni locali dovrebbero dare un segnale concreto. Ne sono convinti i componenti del direttivo di Confimprese iblea che attendono, da mesi, ristori adeguati anche da parte del Comune di Ragusa. “Siamo in attesa di un piano di intervento straordinario – precisa il presidente territoriale di Confimprese, Peppe Occhipinti – iniziando dai tributi locali ai fondi ex Insicem. Il sindaco Cassi e l’assessore Licitra, in un confronto a palazzo di città, ci avevano assicurato un immediato intervento in tema di tributi. Sui fondi ex Insicem, per accedere al bando, le imprese devono essere in regola con il Durc. Sfido chiunque, in questo momento emergenziale, ad essere in regola con il documento che certifica la posizione regolare in termini di contributi previdenziali e assistenziali. Fino ad oggi, da parte del Comune di Ragusa, non abbiamo visto nulla. Solo tantissima confusione”. Un affondo agli amministratori locali per i ritardi che poco si conciliano con le esigenze immediate di una categoria oramai allo stremo. Le caratteristiche strutturali delle attività commerciali non consentono adattamenti rapidi e repentini a situazioni di lunga emergenza come questa. Confimprese iblea, nei prossimi giorni, con il supporto dell’ufficio legale, valuterà una serie di iniziative di protesta. Questi ristoratori e titolari di bar non intendono confutare affatto l’esistenza del virus ma solo rivendicare i loro sacrosanti diritti costituzionali ovvero quello di svolgere il proprio mestiere in sicurezza e con tutti i dispositivi di sicurezza. “Il tempo delle attese è finito ed anche la nostra pazienza – conclude il presidente provinciale, Pippo Occhipinti – stufi di essere presi in giro da un governo che promette e non mantiene, di attendere “ristori” che non giungono e che comunque sono insufficienti, addirittura ridicoli. C’è davvero un limite a tutto. E penso, a nome di tanti colleghi, che questo limite è stato ampiamente superato. C’è davvero il rischio che tanti ristoranti possono chiudere definitivamente se non diamo loro la possibilità di riaprire le attività”.