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Il governatore Sisolak lancia una proposta shock: aziende tech come governi locali

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Durante lo scorso mese di febbraio, il governatore del Nevada, Steve Sisolak, il cui mandato è iniziato nel gennaio 2019, ha inoltrato la proposta di dare alle maggiori compagnie tecnologiche poteri simili a quelli di una Contea, a patto di trasferire le loro attività lavorative nel suo Stato di giurisdizione. Un’ipotesi fattiva che sembra prendere spunto dalla trama di un videogame come Cyberpunk 2077 o dalla mente di un autore di culto come William Gibson, Don DeLillo e Thomas Pynchon.  Quelle che potrebbero chiamarsi appunto Innovation Zones saranno spazi appositamente dedicati ai settori tecnologici high tech, dove le energie rinnovabili e l’intelligenza artificiale, potrebbero espandere il proprio campo di azione.

Che cosa sarebbe questa Innovation Zone?

Lo scopo sarebbe quello di ottenere una Innovation Zone in un territorio disabitato, grande più o meno 200 chilometri quadrati. Per entrare in queste zone il requisito richiesto sarebbe vincolante a un investimento non inferiore a un miliardo di dollari, entro i confini territoriali dello Stato del Nevada. Oggi sembra di leggere una news uscita dalla penna di Ernest Cline, l’autore del best seller Ready Player One, da cui il regista statunitense Steven Spielberg ha tratto la sua versione cinematografica, ma presto tutto questo potrebbe diventare una realtà aziendale, politica ed economica. Il costo importante, per l’azienda, potrebbe quindi garantire quel tipo di privilegio che sono tipici di una entità governativa. Bisogna rammentare in effetti come la Contea, nonostante sia solo il terzo livello di divisione territoriale degli Stati Uniti, possa godere di alcuni poteri specifici, come riscuotere le tasse, finanziare le scuole pubbliche e fatto da non trascurare, organizzare processi locali. Una bozza di legge che il governatore Sisolakritiene credibile e innovativa, in quanto momentaneamente gli apparati statali in funzione non sarebbero flessibili al fine di gestire e fare da filtro in modo libertario ed equo, per certe aziende che necessitano di maggiori privilegi e di norme specifiche. Lo scopo sarebbe rendere più virtuose queste aziende che potrebbero operare nel pieno delle loro risorse, competenze e capacità.

Esperimento che ricalca lo stile dei villaggi operai ma 4.0

Questo esperimento può essere rapportato a quello dei cosiddetti villaggi operai, piccoli borghi che nascevano per volere di un’impresa, attorno ad una fabbrica. Una realtà diffusa nel mondo anglosassone tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo. Tali teorie furono promosse dal filosofo Benjamin Tucker, figura di spicco del pensiero anarco individualista, il quale aveva esposto sovente le teorie del suo collega britannico Herbert Spencer. La sua teoria più innovativa e brillante, per l’epoca verteva sui quattro monopoli, emissione di moneta, monopolio dei terreni, tariffe e brevetti sulle invenzioni. Le teorie di Tucker che negli Stati Uniti furono ritenute valide per lungo tempo, erano molto vicine a quelle contenute nel libro scritto da Henry David Thoreau, Walden ovvero Vita nei boschi. Il parallelismo tra i villaggi operai e il contesto di tipo tecnologico e dei poli post-industriali è stato già tracciato durante gli anni settanta e ottanta del secolo scorso, dopo che la Silicon Valley prese piede con successo nell’area metropolitana della baia di San Francisco.

La proposta del governatore Sisolak

C’è da capire se la proposta del governatore Sisolakoltre che essere valida, sia a contempo attuabile e quindi fattibile. Lo Stato del Nevada potrebbe diventare quindi un polo industriale tecnologico, così come in passato era stato importante per il contesto del gioco d’azzardo legale, industria che nel secondo Novecento ebbe un impatto non indifferente per le contee di Reno e soprattutto di Las Vegas. Una bibliografia essenziale su tale argomento sarebbe piuttosto lunga da realizzare, ma il modello vincente è stato esportato con un certo successo in altre realtà e contesti come Macao, in Cina, Gibilterra e Malta. Oggi il settore del gambling di tipo fisico, ha lasciato spazio alla sua controparte tecnologica, denominata appunto gambling online e che sta ottenendo nel mondo un certo successo, sotto il profilo operativo e di filiera per quel che riguarda il terziario avanzato. I casino italia online legali sono oggi una realtà finanziaria con cui l’Europa sta facendo i conti.Il gioco online è attualmente un argomento piuttosto controverso, dato che potrebbe causare disturbi che conducono a problematiche di vera e propria dipendenza patologica. Bisogna quindi specificare che è importante giocare nei limiti delle possibilità economiche di cui si dispone, facendolo con moderazione e in modo adulto, con responsabilità.La prerogativa dei siti di gioco digitale inoltre è quella di garantire un’esperienza sicura per l’utente, visto che le sale da gioco online legali, dispongono dei permessi necessari per operare in questo ambito, come previsto dalle normative vigenti.

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