Proclamato a livello regionale dalle federazioni dei lavoratori del commercio, turismo e servizi lo sciopero del personale della Grande distribuzione nelle giornate del 4 e 5 aprile. “Le organizzazioni sindacali regionali – sottolineano i segretari della Fisascat Cisl Ragusa Siracusa, Teresa Pintacorona e Salvatore Scannavino – avevano richiesto al presidente della Regione e al presidente Anci Sicilia un provvedimento immediato per disporre la chiusura delle attività commerciali per le festività di Pasqua, Pasquetta, 25 Aprile e 1° Maggio. I lavoratori del commercio, proprio in virtù dell’attività essenziale chiamati a svolgere anche durante il lockdown, sono tra i più esposti al rischio contagio. Ecco perché è stato proclamato lo sciopero per l’intero turno di lavoro, nelle due giornate in questione, delle lavoratrici e dei lavoratori della grande distribuzione organizzata”. La Fisascat Cisl Ragusa Siracusa aggiunge: “Per una maggiore tutela della salute e della sicurezza non solo dei lavoratori ma di tutta la collettività, non è più rinviabile un intervento per la chiusura delle attività commerciali nelle giornate di domenica e festivi, intensificando, contestualmente, i controlli e applicando le relative sanzioni. Al contempo prendiamo atto positivamente della scelta di alcuni gruppi societari nazionali e locali che hanno deciso di chiudere le proprie attività nei giorni in questione. Auspichiamo che ci sia un ravvedimento dell’ultimora anche da parte degli altri esponenti della Gdo locale”. E la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, conclude sottolineando che “in un tempo critico come quello attuale è opportuno che siano compiute scelte sostenibili con le difficoltà che l’intera collettività sta affrontando e che i lavoratori, come in questo caso, sono chiamati a fronteggiare; lavoratori che non si sono mai fermati e che sono stati sempre presenti sui loro posti di lavoro, a continuo contatto con la gente, rischiando in ogni istante il contagio da Covid-19 e mettendo a rischio la loro salute e quella delle loro famiglie. Malgrado ciò, non si riesce ancora a farli rientrare tra le categorie prioritarie nel piano vaccinale. Non può essere il profitto aziendale l’unica ruota a muovere gli ingranaggi di questo universo. Non possiamo farci dominare dal lavoro, piuttosto deve essere il contrario”.
