Ancora una denuncia per caporalato nel territorio ibleo, ad Acate questa volta, ma si tratta ancora una volta di sfruttamento dove non esiste nessun caporale che svolge attività illecita di interposizione.
Dalla stampa apprendiamo che le vittime sono lavoratrici e lavoratori di nazionalità romena tutti formalmente ingaggiati e con un contratto di lavoro. Gli agenti della mobile a cui va il nostro massimo apprezzamento, insieme agli altri organi ispettivi coinvolti, hanno rilevato una condizione di sfruttamento lavorativo e applicata la legge 199 c.d. contro il caporalato attraverso gli indizi di sfruttamento previsti dalla norma.
La CGIL in rete con altre associazioni del territorio ed in partenariato con la Prefettura da più di due anni è impegnata in una attività di contrasto alla sfruttamento in agricoltura attraverso azioni mirate che puntano a far emergere le diverse condizioni di negazione dei diritti nel lavoro e in agricoltura.
Si tratta di un lavoro che coinvolge diversi attori pubblici e privati, a vario titolo coinvolti nella filiera agricola del territorio. È un percorso che ha dato già ottimi risultati con diversi casi di sfruttamento fatti emergere e che hanno consentito una fuoriuscita dal “ghetto”.
C’è tanto ancora da fare, afferma il Segretario Provinciale della Cgil Ragusa Giuseppe Scifo, ma il promo obiettivo è stato raggiunto grazie e soprattutto all’azione di rete tra noi e il privato sociale, l’OIM e la direzione della Prefettura. Un risultato inequivocabile è che non esiste, com’era prima, un’idea diffusa di impunità.
Tutti sanno, caporali, padroni e padroncini, che in provincia di Ragusa sfruttamento lavorativo viene contrastato e punito. E questa ultima operazione ne è la dimostrazione.
Occorre ora fare un passo in avanti, in parallelo alle attività di contrasto e repressione, verso la costruzione di una filiera sostenibile, per le persone, per chi lavora, da dipendente o piccolo produttore, per l’ambiente.
Il modello agricolo deve avviare una nuova rivoluzione verso una sostenibilità a 360 gradi, per una nuova trasformazione del territorio affinché torni ad essere motore di sviluppo e cresciuta sociale per tutti
- 20 Gennaio 2025 -