
“Tra poche ore è prevista la riapertura delle scuole superiori – continua Giovanni Donzella referente dell’associazione per le scuole Sbam – usiamo la parola “prevista” proprio perché ancora non vi è niente di sicuro, tenuto conto dei rinvii già confermati e di quelli ancora al vaglio degli esperti. Fatto sta che, dopo quasi tre mesi dalla sospensione delle attività didattiche in presenza, nulla di pratico è stato messo in atto, ma tutto si è fermato alle vie teoriche e della continua incertezza”.
Ancora Donzella – “Facciamo un breve riassunto di quello che è successo nelle ultime settimane, dopo il Dpcm del 3 dicembre 2020, le prefetture hanno istituito dei tavoli provinciali per far fronte all’emergenza trasporti. Questi incontri istituzionali hanno permesso di delineare un quadro generale sulla situazione dei pendolari, ma il problema di tutto ciò sta a monte. È necessario sottolineare l’atteggiamento virtuoso adottato dai Prefetti, ma i tavoli sono stati convocati troppo tardi, di certo non per colpa loro, ma per le disposizioni tardive che provengono da Roma. È palese che per potenziare le flotte di scuolabus siano necessari dei fondi, e nel migliore dei casi, questi, anche se arrivassero in tempi celeri, non potrebbero risolvere il problema in poche ore.A rendere ancora più critico il rientro in classe è l’andamento della curva epidemiologica. Bisogna esser consapevoli del fatto che la Sicilia subisce ancora i colpi di questa seconda ondata, e l’andamento dei contagi non tende assolutamente al ribasso. Tutto questo non migliora le condizioni generali, anzi, mette in pericolo la salute degli studenti pendolari e no. Con queste condizioni è preferibile adottare ancora qualche giorno di DAD piuttosto che rischiare sulla pelle dei ragazzi.”
“Se dal lato della scuola è irrispettosa la condizione di precarietà e incertezza che si continua a dare con informazioni frettolose e di confusione da parte delle stesse istituzioni, sul lato Università assistiamo invece ad un silenzio assordante – dichiara Samuele Cultrera referente dell’associazione universitaria Sìamo Futuro – Se di certo è maggiormente apprezzabile evitare la confusione che si da per la scuola con i cambi di rotta quasi quotidiani, è disarmante altresì come il silenzio sia contornato anche dalla non azione. Se il percorso sino ad ora è stato quello di dare possibilità di valutazione ai singoli rettori, per rispettare dovute chiusure nel rispetto delle normative e della condizione epidemiologica, nulla si è fatto per venire incontro alle esigenze necessarie che si sono presentate nell’ultimo periodo”.
E ancora “Penso ai dottorandi lasciati nell’incertezza. Penso a tutti coloro sono stati abbandonati nelle loro case con connessioni deboli, per far fronte ad una DAD certamente opportuna, e senza niente o comunque pochissimo che possa essere venuto incontro alle esigenze di un territorio variegato e quindi ricco di differenze e insidie lasciate a spesa dei singoli studenti. Penso anche ai tirocini, per alcuni corsi di laurea approssimati solo all’ottenimento dei crediti richiesti e che nulla lasciano per una reale formazione e crescita degli studenti. Ad ogni modo la DAD non è in grado di dare una formazione necessaria per tutti e la socialità ne sta risentendo pesantemente”.