In attesa della celebrazione dell’Epifania del Signore, e dopo le visite nei vari reparti degli ospedali ragusani, con la benedizione ai pazienti, compresa la benedizione della prima nuova nata, ieri, all’ospedale “Giovanni Paolo II”. e la donazione all’hospice del Maria Paternò Arezzo di un bambinello adagiato su un tronco, l’ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha voluto tracciare una riflessione sul 2020 che ci siamo appena lasciati alle spalle. “Tutti o quasi siamo d’accordo che il 2020 –afferma il direttore, il sacerdote Giorgio Occhipinti – èstato un anno negativo, e siamo contenti che sia passato.Come facciamo alla fine di ogni anno, anche questa volta ci auguriamo che il nuovo, il 2021, sia migliore. Ein cuor nostro pensiamo che non ci voglia molto… solo che finisca questa pandemia. Ma non possiamo ricordare e ricordarci nulla di “positivo” oltre il drammatico risultato di esserci beccati il virus? Le cose negative di questo anno bisestile ce le siamo ripetute e le possiamo ricordare tutte: la pandemia, la sofferenza, i quasi due milioni di morti da piangere, la solitudine e le lacrime, la disperazione e l’angoscia, la crisi economica, le conseguenze pesanti ed incalcolabili che ci attendono, l’incertezza e la paura per oggi e per il domani. E poi il grande interrogativo: quando e come finirà? Come ci finirà? Ci saremo ancora? Ma forse qualche insegnamento positivo questo 2020 ce l’ha lanciato e lasciato, e non dovremmo dimenticarlo. Ci ha ricordato quanto tutti siamo fragili e vulnerabili. Quanto siamo uguali al di là di tutte le distinzioni che per noi, invece, contano molto. Quanto siamo legati in un’unica avventura, nello stesso mare e sulla stessa barca. Che ci possiamo perdere da soli, ma che ci salviamo tutti uniti e non senza gli altri. Che nella nostra povertà possiamo fare sempre la nostra parte e qualcosa per il bene di tutti.Che ci dobbiamo proteggere e prendere cura reciprocamente con responsabilità. Che fare i furbetti, in ogni caso, non paga e fa e ci fa del male. Che non abbiamo saputo apprezzare quella “normalità” che ora rimpiangiamo. Che di cose scontate nella vita non ce ne sono e che la stessa vita, o soprattutto la vita, non è scontata, a qualunque età e pure se ora stiamo bene. Di buoni insegnamenti in questo anno ce ne sono tanti altri, che possiamo riconoscere e che ci servono per l’anno nuovo”. E don Occhipinti ha dunque rivolto gli auguri ai pazienti, ai fedeli, agli operatori sanitari per il nuovo anno 2021 “non come se tutto iniziasse da capo senza memoria e senza indicazioni preziose. Auguri perché ci riesca questo travaso di saggezza: ricordando tutto, anche questa pandemia e tutte le cose negative, come insegnamento positivo. Ricordare veramente tutto: quello che c’è stato, che abbiamo fatto o che non abbiamo fatto, che avremmo dovuto fare. Auguri allora per non lasciare indietro la dura lezione di questo tempo e non dimenticare veramente nessuno”. Intanto martedì 5 gennaio, giornata di vigilia dell’Epifania, alle 17 ci sarà la santa messa vespertina nella cappella dell’ospedale Civile mentre mercoledì 6, alle 10, è prevista la santa messa e la distribuzione dei doni ai bambini nei reparti di Ostetricia, Pediatria, Chirurgia, Ortopedia, Urologia, al secondo piano della torre B del “Giovanni Paolo II”.
1 commento su “Benedizione dei pazienti negli ospedali dell’Asp Ragusa”
Certamente!
Con le parole è sempre tutto bello, le parole una volta dette, oggi significa averle portate a compimento. Ma non è cosi! Molti traggono dalle parole che si dicono delle riflessioni, ma dopo restano soltanto parole, per chi le dice e per chi le ascolta. Ogni anno si dicono le stesse cose, quest’anno in modo particolare si possono esternare tanti rimpianti, ma dopo restano soltanto pensieri e parole. Tutti hanno detto la sua, Preti, Politici, Dottori, Professori, Giornalisti, Persone comuni, ma domani sarà tutto in soffitta, e tutti continueremo come sempre e come prima, tutti andremo ad inseguire l’ignoto e questa è la vera fragilità che abbiamo!
Se oggi le persone sono fragili e smarriti, è perché hanno paura di perdere qualcosa, e quando si ha paura di questo, segui le parole belle che qualcuno ti dice per confortarti e farti stare sereno, ma non vede mai se queste persone mettono in pratica quello che dicono, e la paura cresce di più. Si sta molto attenti alle parole, nei discorsi di persone autorevoli ci fanno anche l’analisi logica, ma quanti poi verificano se le parole li trasformano in fatti concreti? Pochi lo fanno, anche perché di fatti concreti poi non ce né!
Gli Auguri sono d’obbligo, è prassi di buona educazione, specie per le persone importanti, ma proprio questi, sono i maggiori “produttori” di parole! E con le parole continueremo anche il 2021.