
La Commissione UE sta cercando un accordo mirato a riconoscere l’uguaglianza di genere: lesbiche, gay, bisessuali, transgender, non binarie, intersessuali e queer (eccentrici) mentre alcuni paesi dell’UE stanno intensificando la retorica omofobica. La Commissione propone soluzioni per combattere la discriminazione nei posti di lavoro, garantire loro sicurezza e protezione, e l’incitamento all’odio online, compresi discorsi e crimini omofobici. Inoltre sono previsti riconoscimenti dei diritti genitoriali in particolari situazioni transfrontaliere. “Tutti dovrebbero sentirsi liberi di essere quello che sono, senza paura di essere perseguitati”. Questa è l’Europa e questa è la nostra posizione”, ha affermato la ceca Vera Jourová, vicepresidente della Commissione per i valori e la trasparenza. “Questa prima strategia a livello UE rafforzerà gli sforzi congiunti per garantire il diritto alla parità di trattamento per tutti”, ha aggiunto. Mentre l’Ungheria rimane nelle sue posizioni. Ha proposto martedì un emendamento costituzionale che stabilisce che i bambini devono essere allevati “secondo un’interpretazione cristiana del ruolo di genere”, ha riferito il rappresentante del governo Victor Orban. Mercoledì il governo ungherese ha proposto un disegno di legge che in pratica impedirebbe l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso, che gli attivisti hanno visto come un attacco alla comunità LGBTQ in una situazione in cui non può protestare a causa della pandemia. Almeno il 76% dei cittadini dell’UE ritiene che gay, lesbiche, bisessuali e compagnia bella, dovrebbero avere gli stessi diritti degli eterosessuali, rispetto al 71% del 2015.
3 commenti su “Ue: si cerca un accordo per uguaglianza di genere (LGBTIQ)”
Premesso che la fotografia allegata all’articolo banalizza l’articolo stesso e la dignità altrui, ebbene, noi abbiamo un bell’articolo della Costituzione che cita così: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali”.
Il resto è noia, banalità, forzatura, tarantella e strumentalizzazione politica. Io invece farei una bella petizione per salvare la famiglia (cristiana o non cristiana non ha alcuna importanza) e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà di sesso maschile e femminile (pirulino e fiorellino) possibilmente non surrogati.
Famiglia cristiana o non, Lei approva il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre di genere diverso, secondo la proposta di legge del governo Orban. Sono d’accordo!
La nostra cara Europa,, nonostante l’unione, è divisa culturalmente in 5 macroaree: latina, germanica, anglosassone, scandinava e balcanica.
Personalmente sarei curioso di osservare la percentuale citata nell’articolo, divisa secondo le aree in evidenza.
Sicuramente assisteremmo a forti oscillazioni di percentuali fra il nord europa ed il nostro sud, fortemente influenzato non solo dalla religione Cristiana, ma da un modo tradizionalista di concepire la famiglia.
A proposito di concepimento, per poi tornare all’argomento principe della discussione, in Gran Bretagna è permesso abortire fino a 24 settimane dal concepimento (oltre 5 mesi e mezzo) e c’è chi si sta battendo per estendere l’aborto sino a 28 settimane (6 mesi e mezzo): un omicidio.
Perché ho citato l’aborto in GB?
Principalmete per avallare le differenze sostanziali che esistono sul modo di essere, di pensare e di vivere in Europa.
E’ chiaro ed evidentissimo che una legge europea sul tema che ci vede impegnati non potrà in maniera assoluta essere vincolante per tutti i paesi membri, in quanto le differenze culturali e di costume si faranno sentire e come.
Un’altra considerazione da fare è la seguente.
Ancora non abbiamo dati statistici circa l’influenza sulla psiche dei bambini in relazione al fatto di vivere in una famiglia omosessuale, Sarà interessante osservare, in un prossimo futuro, i dati che salteranno fuori, l’influenza che questa nuova “Famiglia” avrà avuto sulla sessualità, la socialità, il carattere e via discorrendo sulla neoprole (neologismo creato ad hoc perché non trovo un termine adatto).
Personalmente ritengo il fenomeno una forzatura sociale non di poco conto e sicuramente inciderà in Italia il tipo di maggioranza che governerà quando si dovrà affrontare il varo di una legge regolatrice sulla materia.
Non ho problemi nel dire che sono assolutamente contrario riconoscendo la libertà sessuale di ogni singolo cittadino nella nostra martoriata Italia.