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Irresponsabilità pandemica …l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

In una settimana i contagi da Covid sono raddoppiati. Nelle ultime 24 ore di ieri erano 8800 a fronte di 160 mila tamponi, 83 le vittime. Ci stiamo avvicinando agli altri paesi europei  che hanno iniziato a prendere provvedimenti stringenti: nel Regno Unito, a Liverpool per fare un esempio, scuole, palestre, pub e ristoranti saranno chiusi per 4 settimane; in Francia il presidente Macron ha annunciato il lockdown di Parigi dalle 21 alle 6 per sei settimane; Angela Merkel è pronta a schierare l’esercito nel caso i contagi raggiungano numeri esponenziali. I governi stanno prendendo misure restrittive soprattutto nelle grandi città in cui il virus corre più veloce e là dove si registrano focolai.  “In Italia siamo molto più bravi” è il gettonatissimo refrain che però rebus sic stantibus rivela che tanto bravi non siamo stati, che qualche falla nei comportamenti dei cittadini c’è stata e che il governo, pur aspettandosi una seconda ondata, ha passato tre mesi a girarsi le dita, con la abituale strategia del correre dietro i fatti anziché prevederli. L’estate è stato uno spartiacque tra la prima e la seconda ondata e una fase di rilassamento imperiale. Siamo entrati in una stagione in cui governare è importante. Non che lo sia meno in periodi più felici, ma quando le cose si mettono male “piove governo ladro”. E’ arcinoto che in questo paese riconoscere le proprie responsabilità è una virtù rara. Il colpevole dei nostri mali è sempre qualcun altro: il politico che ci sta sulle scatole perché non ci accarezza per il verso del pelo, i paesi frugali che non ci darebbero un euro a fondo perduto (hanno ragione, vorrei vedere noi al loro posto) e avanti via. Il messaggio che il virus ci invia è chiaro: tenete alta la guardia. Siamo riusciti a farlo per un periodo abbastanza lungo e forse, con uno sforzo di autodisciplina saremmo ora in una situazione migliore. Ma la recrudescenza del virus chiama a rapporto anche il governo che non è stato in grado di programmare e investire in strutture che sono risultate insufficienti su tutto il territorio . Mi riferisco ai laboratori che processano i tamponi, lo strumento al quale ognuno dovrebbe poter ricorrere autonomamente pagando lo stesso prezzo da nord a sud. Non è così e i laboratori sono pochi e per questo non in grado di consegnare i risultati in tempi brevi. L’Italia ne fa meno di altri paesi nonostante le file interminabili di auto ai drive-in portino a pensare il contrario. Altro nodo che non è stato sciolto è quello dei trasporti: che senso hanno i distanziamenti nei luoghi di lavoro e nelle aule delle scuole se autobus e metropolitane sono stracolme? La De Micheli cos’ha fatto finora e come intende risolvere il problema? E i controlli? Un decreto senza controlli è inutile. Durante la prima ondata i poliziotti in moto hanno redarguito chi stava sdraiato al sole su una spiaggia deserta perché non indossava la mascherina, ma nessuno è intervenuto per evitare gli assembramenti estivi sulle spiagge e nelle piazze. Dov’è la logica? Il governo aveva promesso il vaccino anti influenzale per tutti per aiutare a distinguere una normale influenza dal Covid: introvabile presso i medici di base e le farmacie. In cambio ci siamo fatti una cultura sulle fasce orarie nelle quali il virus è aggressivo e sappiamo  che se siamo sei in casa, magari tutti positivi, non corriamo alcun rischio, ma in sette, tutti negativi, potremmo contagiarci e morire secchi. Allora verranno i poliziotti a controllarci tra le quattro mura? Ma no, il top banana ha detto che possiamo stare tranquilli perché Speranza ha pensato a un sistema a buon mercato e di grande svago per i vicini: la delazione. E la app Immuni per il tracciamento? Pare non funzioni. Meglio tracciarsi da soli, limitare le occasioni di socialità e indossare le mascherine, ricordandosi che la reale emergenza è tenere bassi i contagi per evitare che il sistema sanitario vada in tilt, perché il virus non è cambiato e colpisce allo stesso modo.

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1 commento su “Irresponsabilità pandemica …l’opinione di Rita Faletti”

  1. Quanto riguarda la pandemia, per onestà intellettuale dobbiamo ammettere che nessuno è bravo e nessuno può avere la soluzione se non quella del vaccino. Fino a quando per forza maggiore dobbiamo uscire di casa per lavoro, per cure di vario genere, per socializzare (anche se si può evitare) per spostamenti di vario genere e comunque necessari, (a prescindere dalle feste familiari) non puoi combattere il virus, con o senza mascherina. Se siamo tutti fuori vuoi o non vuoi il contatto è inevitabile, la nostra natura è questa e non è facile cambiarla dall’oggi al domani. Come fai ad incontrare un amico ed evitarlo? O magari incontri una persona che non vedi da tanto tempo, come fai a non avvicinarla? In effetti non è facile varare leggi e regole senza scontentare nessuno, di questo dobbiamo esserne consapevoli. Il problema invece nasce nella confusione che ci trasmettono i nostri governanti. Se non possiamo festeggiare un matrimonio (giusto o sbagliato) e intanto la De Micheli mi dice che negli autobus non c’è pericolo di contagio allora tutto cambia. Cambia l’umore delle persone, cambia il modo di pensare e cambia anche la loro credibilità. Poi se un ristorante o un bar deve chiudere perché i rischi di contagio sono alti nonostante abbiano rispettato tutte le normative e invece le partite di calcio con tutti gli annessi e connessi devono andare avanti con tutti i contagi che hanno, allora le persone fanno per conto suo. E come biasimarli! Poi se vai a mettere le mani nelle loro tasche con le multe salate, allora pensi male, questi fanno cassa per riprendersi quel poco che ci avevano dato qualche mese fa! Certamente, se avessimo dei governanti credibili forse saremmo più disciplinati e ci sentiremmo anche protetti. Ma chi di noi si sente protetto da questo governo quando si evince tutta la loro “debolezza”? In tutti i sensi!

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