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Comiso, 177 piante di marijuana nascoste in bunker sotterraneo

Tempo di lettura: 4 minuti

Alle prime luci dell’alba di giovedì scorso a Comiso, i Carabinieri della Compagnia di Vittoria, congiuntamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” – hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato di energia elettrica, Vincenzo Zago, 63 anni, pregiudicato e coltivatore agricolo, comisano.
In particolare, i militari avendo fondato motivo di ritenere che l’arrestato coltivasse sostanza stupefacente, hanno svolto una perquisizione presso la sua abitazione situata in Contrada Billona, nella periferia del centro cittadino di Comiso.
All’interno di un capannone, annesso all’abitazione dall’arrestato e adibito a deposito mezzi e attrezzi utilizzati per la sua attività agricola, i militari della Stazione Carabinieri di Comiso hanno rinvenuto, in una stanza adibita a essiccatoio, un bilancino di precisione, una stufa elettrica e un ventilatore. Insospettiti dalla presenza dell’essiccatoio, i Carabinieri sono entrati all’interno di un vano, nascosto da alcuni tronchi di legname accatastato verticalmente, rinvenendo un’anomala botola di forma quadrata che immetteva in un sotterraneo. Una volta aperta, scesi di qualche metro con una scala in ferro, i militari si sono trovati davanti una sofisticata piantagione composta da 177 piantine di canapa “olandese”, senza infiorescenze, di cui 87 coltivate all’interno di alcuni vasi sigillati con alluminio per mantenere la temperatura, e 90 contenuti all’interno di sacchi cosiddetti “growbag”, coltivata grazie ad un impianto di ventilazione, illuminazione, aerazione e irrigamento automatico, nonché a un dispositivo di deumidificazione. Durante la perquisizione sono stati rinvenuti 6 grammi circa di marijuana già essiccata.
Una sorta di “bunker” dove era nascosta una piantagione di marijuana che avrebbe garantito una alta produzione dello stupefacente. Le piante, lo stupefacente e tutti i materiali utili rinvenuti sono stati sequestrati. La sostanza stupefacente sarà sottoposta ad analisi tossicologica. Una volta messa sul mercato illegale, i numerosi chili di marjuana potenzialmente prodotta e venduta al dettaglio al grammo, avrebbe fruttato diverse decine di migliaia di euro.
Inoltre, l’impianto di coltivazione dello stupefacente era alimentato abusivamente mediante un collegamento alla rete elettrica pubblica, immediatamente verificato e disattivato da personale tecnico “Enel” intervenuto sul posto. Il danno stimato ammonterebbe a 65.000 euro circa.
L’arrestato è stato ristretto ai domiciliari, fino all’udienza di convalida, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ragusa.

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