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Gruppo di attacchini ragusani assolto dopo otto anni

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Tutti assolti  i presunti componenti di una “banda” degli attacchini di  Ragusa che,  in occasione delle elezioni regionali   del 2012, erano stati accusati di gestire  una vera e propria associazione a delinquere che avrebbe gestito le affissioni dei manifesti elettorali. La pubblica accusa aveva chiesto pene per 23 anni e mezzo complessivi ma il Collegio Penale del Tribunale  di Ragusa ha asoslto gli imputati   perchè i fatti non sussistono (assoluzione per prescrizione del reato di affissione abusiva fuori dagli spazi elettorali indicati).

L’accusa, come si diceva, era di  associazione a delinquere per gestire il mercato illecito delle affissioni abusive dei manifesti: Salvatore Perez, Francesca Alecci, Silvia Marabita, Amedeo Scatà, Giuseppe Scatà e Alessandro Zago. Amedeo Scatà era imputato anche per il reato di estorsione perchè – secondo l’accusa – avrebbe chiesto del denaro per concedere il permesso ad affiggere manifesti di una candidata.

Per Giovanni Caruso, Vincenzo Cavalli, Francesca Alecci, Silvia Marabita, Amedeo Scatà, Giuseppe Scatà e Alessandro Zago veniva invece ipotizzato anche il reato di truffa e frode. Lo stesso pm aveva chiesto l’assoluzione dall’associazione a delinquere, affissioni abusive per tutti e dalla truffa per Cavallo perchè il fatto non costituisce reato.

Aveva mantenuto le accuse nella fattispecie di truffa relativa ai comportamenti che ingenerano nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’Autorità e gli altri capi di imputazione, con richieste di condanna tra i 5 anni e i 2 anni e 6 mesi e pene pecuniarie complessive di 27.500 euro.

Con procedimento definito a parte ma che ha le radici nella stessa attività di indagine, fu condannato nell’aprile del 2015, Amedeo Scatà a tre anni e tre mesi di reclusione per lesioni gravissime. In una di quelle notti, per le affissioni, ne scaturì un diverbio e Scatà assestò un pugno ad un modicano che stava affiggendo dei manifesti «concorrenti». L’uomo cadde a terra sbattendo il capo e fu ricoverato in Rianimazione, in coma, all’ospedale Cannizzaro di Catania.

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