
Cari giovani studenti,
si è concluso da poco il nostro cammino scolastico, che ci ha visto in questa ultima fase del covid -19 lavorare solo con lezioni a distanza e insieme apprendere, riflettere, discutere e dialogare in vista d’ un orizzonte di comune crescita umana, culturale e civile; purtroppo, poi, a partire da aprile abbiamo interrotto ogni comunicazione a causa della mia malattia. Nonostante le mie condizioni di precarietà, voglio quindi salutarvi con questa lettera non avendolo potuto farlo di “persona personalmente” direbbe il buon poliziotto del Commissario Montalbano”.
Sappiate che non vi ho mai ritenuto numeri, né tanto meno recipienti da riempire di semplici nozioni; so che siete pieni di vita, di speranze e di attese, ma credo anche di conoscere le vostre ansie, le vostre paure e difficoltà, i vostri bisogni e desideri, grazie ai lunghi anni della mia carriera scolastica in questo Liceo “Galilei Campailla” di Modica, che volge al termine.
Vi ho chiesto sempre lo sforzo della ricerca e dello studio, dell’apprendimento e dell’assimilazione quotidiana dei contenuti culturali;
– vi ho domandato la pazienza del dialogo e della diversità, della tolleranza e dell’applicazione che ripaga nel tempo il sudore della fatica giornaliera;
– vi ho chiesto di dare sapore e significato allo scorrere delle vostre giornate scolastiche, camminando sui sentieri delle varie discipline con il desiderio di arricchire il vostro bagaglio culturale e di cogliere la pertinenza e l’efficacia del sapere nella vostra vita;
– vi ho chiesto di non scoraggiarvi quando le difficoltà sembravano dischiudere l’orizzonte dell’insuccesso e i frutti del vostro impegno rimanere nell’attesa della maturazione;
– vi ho chiesto il sorriso e la gioia della vostra età, perché il nostro essere in cammino nella comunità scolastica non fosse un inganno del tempo, ma un patrimonio in grado di darci la comune speranza in un domani migliore;
– vi ho chiesto , infine, la comprensione quando la stanchezza dell’età mi ha impedito di capire e di accogliere le vostre irrequietezze e la vivacità dell’entusiasmo giovanile.
Vi ho offerto la mia operosità e il mio impegno per aiutarvi a saper essere uomini e cittadini del nostro tempo;
– vi ho offerto l’esperienza di docente e di educatore accumulata negli anni, al fine di apprezzare il valore della cultura e, in particolare, di quella cultura religiosa che è stata oggetto della nostra ricerca, dei nostri dialoghi e dei nostri sforzi per comprendere quel mondo cristiano che fa riferimento al Libro per eccellenza che è La Bibbia;
– mi sono sforzato di farvi cogliere la bellezza della vita e il gusto del sapere, anche quando è stato necessario quel “supplemento d’anima e di impegno” per superare la fatica dello studio e dell’applicazione seria e rigorosa;
– vi ho offerto, infine, la mia disponibilità al dialogo umano ed educativo, perché in ogni inizio di anno scolastico potesse riservarci, con l’aiuto di Dio, prospettive serene e farci raggiungere gli obiettivi culturali e formativi che oggi la Scuola è chiamata a perseguire con la sua azione didattica. Vi saluto tutti caramente, vi auguro ogni bene e vi lascio con i versi di una mia poesia con la speranza di poterci incontrare e vedervi realizzati secondo i valori che vi ho trasmesso.
Rimane l’attimo di parole gioviali:
poi guardiamo lontano verso la collina
dove gli alberi attendono il riposo dei passeri;
viaggiamo tra speranza e nostalgiche memorie
fin quando un giorno oltrepasseremo la siepe.
Viviamo appesi ai fili del mistero,
uomini in terra straniera. Ora tizzoni accesi
ora petali di rosa sbocciata; ora cavalli furibondi
ora profeti di nuove speranze, fin quando oltre
il fuoco la nostra sorte non sarà decisa.
Il Vostro Professore di religione
Domenico Pisana
Scicli, 18 giugno 2020