
L’emergenza sanitaria iniziata in Italia i primi di marzo è presto sfociata in una pandemia che ha coinvolto non più pochi Stati o l’Europa, bensì tutto il mondo. Ci siamo ritrovati ad affrontare una situazione tanto rara da essere la prima dopo ben cento anni, ricordiamo la spagnola avvenuta nel 1920, e, tra tutto ciò che potremmo dire, un aggettivo che credo riesca a raccontarla in pieno è “difficile”.
Insomma nel giro di qualche giorno anche uscire di casa è rientrato tra i divieti da decreto per tentare di preservare la salute dell’intera popolazione. Ogni attività, anche la più semplice e scontata che veniva normalmente svolta fino a qualche mese fa, è diventata impossibile, concedendoci come unica alternativa restare in casa. In circa tre mesi abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione della nostra routine, ogni abitudine è cambiata diventando quasi del tutto nuova, e abbiamo iniziato a rivalutare e apprezzare tutto ciò che prima avremmo dato per scontato. È stata un’esperienza nuova e di certo inaspettata, e per noi giovani è tutt’ora difficile da descrivere esattamente.
Prima tra queste novità è certamente stata la didattica a distanza.
Ed è proprio di questo che voglio parlarvi oggi.
“DAD”, abbreviazione di “didattica a distanza”, così è stata denominata la nostra attività scolastica ed è stata una delle attività che per eccellenza ha impegnato i nostri giorni. È stato modificato il tradizionale modo di “fare scuola”, il quale si è svolto in collegamento davanti ad uno schermo. Insegnanti e studenti di ogni età, dalle scuole materne alle università, si sono ritrovati in video-lezione tentando nei migliori dei modi possibili di mandare avanti la grande istituzione chiamata Istruzione.
La nostra scuola, I.I.S. Archimede, ha risposto bene ad ogni tipo di novità, riuscendo a svolgere e persino concludere la programmazione dell’anno scolastico senza troppe difficoltà. Le nostre lezioni hanno rispettato gli orari scolastici in presenza e si sono tenute in maniera quanto più simile alle lezioni svolte a scuola.
Ma se da un lato sembra essere stato tutto “rose e fiori”, dall’altro c’è da dire che molti di questi fiori hanno sofferto della mancanza di sole proveniente dall’esterno, se non dell’inevitabile distanza dagli altri fiori. Così, come tutto si è svolto cercando di colmare le distanze, è anche vero che spesso ciò non è stato del tutto possibile.
Tra le cose che più sono mancate a noi studenti, collocherei in primis la mancanza del confronto diretto e dei rapporti sociali, i quali hanno spesso luogo con maggiore quantità e frequenza tra le mura scolastiche. Farei poi riferimento a tutte quelle piccole cose che sono incredibilmente mancate ad ognuno, come particolari riti pre-compito, tradizioni legate al momento della merenda, assemblee d’istituto e persino il suono della campanella, la quale ha sempre accompagnato e scandito i momenti più e meno belli del percorso di ognuno di noi.
L’anno scolastico si è concluso costringendoci a dover rinunciare ad ognuna di queste piccole cose, eppure ciò è stato valido per tutti meno che per gli studenti dell’I.I.S. Archimede.
Proprio per questo motivo, mi trovo oggi a scrivere il racconto di un’esperienza che ha emozionato me in primis quanto i miei compagni di scuola tutti.
Ad avvertire maggiormente la mancanza di queste piccole cose e in modo particolare dell’ultimo giorno di scuola sono senza dubbio stati i nostri maturandi, i quali immaginavano di vivere il loro ultimo anno in modo del tutto diverso da ciò che è stato. Questo sarebbe stato il loro ultimo “ultimo giorno di scuola” e consumare le loro mille emozioni davanti ad uno schermo è stata un’idea che la nostra rappresentante d’Istituto, Marta Linguanti, difficilmente sarebbe riuscita ad accettare. Così, tra una lezione e l’altra, noi studenti siamo venuti al corrente dell’idea che Marta aveva avuto per concludere l’anno scolastico senza dover necessariamente rinunciare alla rinomata ultima campanella che proietta gli studenti all’estate: tramite il profilo Instagram del nostro istituto (@istitutoarchimede) ci siamo dati appuntamento alle 12, al termine delle lezioni, per ascoltare insieme in diretta Instagram l’ultima campanella.
“Ho deciso di fare la diretta per non far mancare a nessuno la campanella dell’ultimo giorno di scuola, dove si urla di felicità per l’inizio dell’estate” dice Marta parlando dell’idea che ha avuto, tramite la quale ancora una volta è stato oggettivamente riscontrabile l’affiatamento degli studenti del nostro istituto, in numerosi collegati per l’ascolto. “Un’emozione mai provata prima d’ora….” continua Marta, “una scuola che mi ha cresciuta per cinque anni, che mi ha divertita quanto fatto piangere. Essere rappresentante d’Istituto per ben due anni di seguito è stato abbastanza impegnativo, dall’organizzazione di assemblee di puro e solo divertimento a quelle culturali e di un certo spessore, ma sono sempre stata pronta e col sorriso in viso cercando di far divertire i miei compagni o colleghi, in modo da renderli e vederli contenti della propria scuola come lo sono io. L’ultimo giorno di questi cinque anni lo immaginavo diverso, immaginavo di tornare a casa col mascara colato dagli occhi per l’acqua ricevuta dai miei compagni, immaginavo di piangere e commuovermi per la malinconia nel salutare la mia scuola e i miei cinque anni trascorsi qui….e invece no….”.
Ognuno ha percepito questi mesi in modi diverso, e i pareri a riguardo sono molteplici e chiaramente contrastanti; nessuno avrebbe pensato di trascorrere così quest’ultimo periodo scolastico esattamente come nessuno si sarebbe immaginato di vivere la situazione difficile dalla quale stiamo ancora tentando di venir fuori. Numerosi sarebbero i pro e i contro individuabili, ma una cosa è certa: seppur nessuno ci avrebbe mai creduto, tutti abbiamo sentito forte mancanza della scuola e il gesto e l’idea di Marta sono stati uno dei momenti più belli e, perché no, emozionanti mai provati all’interno di un contesto scolastico.
Ancora una volta è stato inoltre provato quanto gli attuali mezzi di comunicazione siano anche, e soprattutto in questo periodo, un’occasione di incontro e condivisione che non sarebbero altrimenti stati possibili oggi.
“Finita di suonare la campanella ho ringraziato tutti, tra studenti e prof in collegamento e personale presente a scuola, con un po’ di commozione promettendo che tornerò a trovarli poiché l’Archimede per me non sarà un brutto ricordo, ma una seconda casa….e il Preside, i miei Prof, i collaboratori e tutti quelli che hanno sempre creduto in me, saranno sempre la mia seconda famiglia” conclude Marta.
Seguono poi i saluti in diretta Instagram della prof.ssa Vindigni e del nostro Preside prof. Balistrieri, i quali hanno calorosamente augurato ai maturandi un grande in bocca al lupo, e a noi studenti una serena estate con la voglia speranzosa di poterci nuovamente incontrare tra le mura scolastiche.
Si conclude così l’ultimo giorno di scuola di noi alunni dell’I.I.S Archimede, orgogliosi della nostra scuola e pronti a rivederla al nostro ritorno.
Una studentessa della scuola,
Maria Virginia Consales