
“Sin da quando è scoppiata l’emergenza, come associazione ci siamo subito mossi, unitamente all’Associazione nazionale paracadutisti d’Italia, sezione di Ragusa, per contribuire, con le nostre forze, alla rete di volontariato istituita in città allo scopo di portare la spesa e, più in generale, aiuti riguardanti beni di prima necessità a chi era costretto a rimanere a casa. Adesso, a due mesi di distanza, in attesa dell’avvio della fase 2, mentre l’emergenza continua ancora a permanere, ci rendiamo conto che, subito dopo l’attenuazione dell’allarme sanitario, bisognerà fare i conti con una situazione molto pesante concernente le difficoltà economiche che, a cascata, stanno investendo e investiranno ancora di più tutte le categorie produttive”. A dirlo è il presidente di Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, che lancia un invito al sindaco Cassì affinché possa costituire, il prima possibile, un organismo stabile, una sorta di unità di crisi, che si occupi di monitorare con la massima attenzione l’andamento economico nella città e che sia in grado di adottare tutte le decisioni del caso in maniera spedita e veloce. “Sappiamo che, sin dall’inizio dell’emergenza, il primo cittadino, e di questo gli va dato atto – continua Chiavola – ha intrattenuto rapporti con i rappresentati delle varie associazioni di categoria, cercando di comprendere quali potevano essere le esigenze più impellenti. Ma riteniamo che soltanto questo, adesso, non basti più. Si deve avere il polso della situazione nell’immediato, capire come intervenire e quali possono essere le scelte migliori da effettuare sul fronte economico, nel tentativo di limitare il più possibile i gravi danni che subiremo. Ecco perché riteniamo che la creazione di una unità di crisi o di un organismo con finalità analoghe possa dare quella spinta in più al percorso di monitoraggio che pure si rende necessario per cercare di uscire fuori da questo tunnel che vedrà sempre più ragusani alle prese con una serie di problematiche economiche molto serie. Dobbiamo fare fronte comune e, soprattutto, avere chiare quale possa essere la strada da percorrere. Ma questo potrà accadere solo se tutti avranno l’opportunità di compartecipare alle decisioni che da palazzo dell’Aquila inevitabilmente dovranno essere assunte”.