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Lettera di Anteas Ragusa alle autorità locali per la fase 2

“Invece di pensare di tenerli ancora un po’ a casa, servirebbe insediare gruppi di studio, di saggi ed esperti, che aiutino a capire come gli anziani possono riprendere la loro vita normale ai tempi del coronavirus. O anche solo ad avere una loro fase 2”. Dopo aver detto che sarebbe una “inaccettabile discriminazione sull’età” decidere di prolungare lo stare a casa della terza età, Anteas Ragusa ha diffuso una lettera aperta, rivolta alle autorità locali, per spronare la ricerca di “intelligenze” e soluzioni anche per ridare prospettiva agli anziani. “Dobbiamo concentrarci e chiedere che, accanto ai tanti comitati fatti e ai tanti esperti chiamati a vedere e dire come sarà il futuro – sottolinea il presidente di Anteas Ragusa, Rocco Schininà – si metta in campo un’azione decisa sulla terza età, riunendo le persone che già lavorano su questo settore e anche le intelligenze migliori che ci sono, per determinare un futuro migliore per gli anziani e le loro famiglie e perché nessuno resti solo. La fase 2, infatti, non può riguardare solo la ripartenza di fabbriche e lavoro. Ci sarebbe da discutere di parecchie questioni relative agli anziani. Ad esempio, come si riprenderà nelle case di riposo e nei centri anziani dopo il disastro avvenuto in queste settimane? Sempre con la premessa che gli anziani devono poter uscire da casa e poter usufruire di occasioni di socialità. Inoltre, da affrontare c’è pure il tema di come si aiutano famiglie e come si ristrutturano i servizi e, soprattutto, cercare di analizzare bene a fondo che cosa ci ha insegnato questa esperienza. Le associazioni che, come la nostra, si occupano di anziani da anni chiedono una legge sulla non autosufficienza e credo che mai come in questo momento sia necessario rilanciarla e chiedere al Parlamento che la adotti nel più breve tempo possibile. È una questione che va di pari passo all’esigenza di re-impostare i servizi per le persone anziane, per aiutare le famiglie in difficoltà e per far a vivere serenamente questa ultima parte della nostra vita. Cominciando dal fatto che gli anziani devono poter uscire insieme agli altri, rispettando tutte le precauzioni del caso, ma garantendosi comunque la possibilità di potere guardare il futuro da una prospettiva differente al contrario di quanto è accaduto negli ultimi due mesi”.

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