Come succede ormai da otto anni a questa parte, i ciechi, gli ipovedenti e i ciechi pluriminorati devono fare i conti con un taglio graduale dei contributi da parte della Regione. Tagli, pari addirittura al cinquanta per cento, che sono andati poi a riflettersi sulle aspettative, diventate sempre minori, di una fascia debole della popolazione alle prese con difficoltà di ogni tipo. Ecco perché la sezione territoriale dell’Uici di Ragusa, presieduta da Salvatore Albani, ha ritenuto opportuno sostenere l’accorato appello che il presidente regionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, Gaetano Minincleri, ha rivolto al governatore Musumeci. “L’Unione Italiana Ciechi – è scritto tra l’altro nella nota – ha messo in campo tutte le proprie risorse e competenze professionali, materiali, oltre che umane e affettive, per garantire i servizi minimi essenziali organizzando a distanza i servizi a sostegno delle persone non vedenti, durante l’emergenza coronavirus, mantenendo i contatti con le persone anziane senza aiuti familiari, prendendo in carico le loro esigenze, incoraggiando, con propri educatori, psicologi ed operatori, la didattica a distanza e fornendo informazioni utili sugli strumenti necessari per lo studio. Siamo consapevoli che il Paese sta vivendo una grave crisi economica mai verificatasi prima e per questo siamo fortemente preoccupati, per il rischio di essere colpiti due volte dalla maligna sorte che ci ha privati della vista e, adesso, con una crisi che, se determinerà una riduzione dei nostri vitali contributi, per noi significherà anche una privazione della vita sociale e culturale. I contributi in favore dell’Uici sostengono insopprimibili compiti di interesse pubblico in favore dell’istruzione, della cultura, dell’informazione, dell’autonomia, dell’integrazione dei ciechi e degli ipovedenti siciliani nonché della prevenzione delle patologie oculari e della riabilitazione visiva svolta sull’intero territorio regionale dalle nostre strutture. Senza adeguato sostegno economico, le sezioni territoriali dell’Uici, tra cui anche quella di Ragusa, saranno costrette ad interrompere i servizi erogati in favore dei non vedenti ed ipovedenti siciliani e le attività di riabilitazione e di prevenzione della cecità sull’intero territorio regionale, mentre la stamperia braille non potrebbe garantire la trascrizione dei libri scolastici in braille e large print mettendo in serio pericolo il diritto allo studio degli alunni e studenti non vedenti ed ipovedenti. Ecco perché insieme ai ciechi e ipovedenti siciliani confidiamo ancora una volta nella determinazione del governatore Musumeci, nel suo coraggio e altissimo senso di solidarietà per il mantenimento dell’integrazione sociale e culturale dei ciechi che costituisce la vera ricchezza, fatta di progresso, giustizia e civiltà”.
- 8 Ottobre 2024 -