Eccellenti i risultati conseguiti nel territorio ibleo nei giorni di Pasqua e Pasquetta grazie al lavoro incessante e sinergico delle Forze di polizia che, nel contesto delle misure finalizzate al contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, hanno svolto mirati servizi di prevenzione e controllo del territorio per impedire anche possibili spostamenti di cittadini verso case di villeggiatura ubicate in località balneari e rurali della provincia nonché per vigilare sull’esatta osservanza delle misure disposte dai D.P.C.M. e dalle ordinanze del Presidente della Regione Siciliana.
Nel quadro della capillare ed incisiva attività posta in essere durante i giorni di festività pasquali, sono state impiegate pattuglie della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale, della Polizia provinciale e delle Polizie locali.
Un determinante supporto all’azione di monitoraggio del territorio è stato altresì assicurato da sorvoli delle aree interessate con mezzi aerei dei Carabinieri e dell’Associazione di volontariato “Aquile Verdi”, attivata a tal fine dal Dipartimento Regionale Protezione Civile.
Le persone controllate sono state circa 3.300, mentre quelle sanzionate per mancato rispetto delle misure di contenimento, sono 278 e 17 sono, invece, quelle denunciate per false dichiarazioni. Sono stati altresì oggetto di controllo 783 attività o esercizi commerciali di cui 3 sanzionati per mancato rispetto delle misure e 2 sottoposti a chiusura.
Dall’inizio dell’emergenza d oggi, le Forze di polizia hanno sottoposto a controllo quasi 32.000 persone e circa 11.000 esercizi commerciali, accertando 2.400 illeciti e contribuendo in maniera determinante al rispetto delle disposizioni urgenti adottate a tutela della salute dei cittadini.
La provincia di Ragusa, nella circostanza, ha dimostrato di essere particolarmente virtuosa tant’è che, diversamente che in altri territori, non sono stati riscontrati casi significativi di giustificazioni “creative” o addirittura eclatanti quali grigliate sui terrazzi o gite fuori porta in violazione delle misure restrittive, confermando l’indole della popolazione iblea al rispetto delle regole ed alla collaborazione con le Istituzioni.
Il rispetto delle regole è stato fiscale anche per quanto riguarda le cerimonie religiose che si sono svolte osservando scrupolosamente le direttive formulate dalla Conferenza Episcopale Italiana. Su invito dei Vescovi di Noto e di Ragusa, i Sindaci di ogni Comune, in rappresentanza della propria comunità, hanno partecipato da soli alla celebrazione della messa pasquale.
Continua, poi, incessante l’attività del gruppo di lavoro tecnico alimentata dal nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 aprile 2020 che ha esteso ulteriormente le categorie ammesse allo svolgimento delle attività produttive che dovranno essere sottoposte al vaglio del Prefetto ai fini della prosecuzione o della sospensione.
Alla luce delle novità introdotte, il Gruppo Tecnico della Prefettura ha provveduto tempestivamente ad aggiornare il modello di comunicazione da utilizzare e le relative schede contenenti i criteri di valutazione che saranno seguiti nell’istruttoria delle comunicazioni.
Il Modello e le Schede informative sono pubblicati sul sito della Prefettura di Ragusa http://www.prefettura.it/ragusa/multidip/index.htm alla sezione in evidenza “Prosecuzione attività imprese – art. 2 DPCM 10/04/2020”
http://www.prefettura.it/ragusa/contenuti/Prosecuzione_attivita_imprese_art._2_d.p.c.m._10_04_2020-8703417.htm
Ad oggi sono state esaminate oltre 440 comunicazioni ed adottati 4 provvedimenti di sospensione mentre altri provvedimenti di sospensione sono in fase istruttoria.
Fermo restando il noto ampliamento delle attività di commercio al dettaglio di cui all’allegato 1, nulla è variato per i servizi alla persona di cui all’allegato 2 del citato DPCM.
Rimangono, altresì consentite le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti (art. 2 comma 6).
Parimenti consentite rimangono le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, incluse le lavorazioni, gli impianti, i materiali, i servizi e le infrastrutture essenziali per la sicurezza e il soccorso pubblico, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale.(art. 2, comma 7). Per queste ultime la novità consiste nel fatto che non sarà più necessario un provvedimento autorizzatorio del Prefetto ma basterà la semplice comunicazione al Prefetto che potrà, se non ne sussistono le condizioni e sentito il Presidente della Regione, eventualmente sospendere l’attività.
E’ stato ampliato il novero delle attività non sospese con l’introduzione di nuovi codici ATECO indicati all’allegato 3.
Alcuni codici ATECO sono stati rimodulati, ampliando le attività relative a: riparazione e manutenzione installazione di macchine e apparecchiature; ingegneria civile; call center.
Per quanto concerne le attività la cui prosecuzione deve essere comunicata alla Prefettura ne consegue che risultano ampliate le attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 3, mentre restano confermate le attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività dell’industria dell’aerospazio, della difesa e delle altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali.
Una importante novità, infine, è quella introdotta al comma 12 dell’art. 2 del DPCM che prevede che per le attività produttive sospese sia ammesso, previa comunicazione al Prefetto, l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione.
Sempre previa comunicazione al Prefetto, è, altresì, “consentita la spedizione verso terzi di merce giacente in magazzino nonché la ricezione in magazzino di beni e forniture”.
Si evidenzia che, ai fini del necessario controllo, il Gruppo di lavoro ha precisato che le comunicazioni relative a queste ultime attività, di cui al comma 12 dell’art. 2, dovranno pervenire almeno 48 ore prima del previsto svolgimento dell’attività richiesta.
Si ricorda, infine, che le aziende che hanno già presentato istanza alla Prefettura, ai sensi del DPCM 22 marzo 2020 e Decreto MISE 25 marzo 2020, non devono effettuare nuova comunicazione e le attività potranno continuare salvo provvedimento di sospensione, che sarà adottato dopo l’istruttoria in corso e notificato all’azienda interessata.
Le comunicazioni alla Prefettura, compilate dal legale rappresentante dell’impresa, dovranno essere spedite esclusivamente tramite P.E.C. da inviare solo ed esclusivamente al seguente indirizzo: protocollo.prefrg@pec.interno.it indicando nell’oggetto: “comunicazione ai sensi dell’art. 2 DPCM 10 aprile 2020”.
La Prefettura, inoltre, in questo particolare momento, sta affrontando con instancabile impegno – se si considera, peraltro, che anche all’Ufficio territoriale del Governo lavora a ranghi ridotti per consentire quanto più possibile l’attuazione dello smart working e quindi l’osservanza delle regole di contenimento del virus – e nonostante le centuplicate competenze che sono scaturite proprio dall’emergenza di carattere sanitario, e sta segnando anche altre emergenze quali ad esempio la gestione degli sbarchi “autonomi” ovvero quegli arrivi di gommoni o altri mezzi nautici di fortuna che per le loro ridotte dimensioni sfuggono ai controlli in mare da parte della Capitaneria di Porto e dalla Guardia di Finanza ma che, tuttavia, debbono essere gestiti ed affrontati con immediatezza.
E’ della domenica di Pasqua, infatti, l’ultimo approdo inaspettato a Pozzallo dove, con una incredibile velocità, un gommone con 102 migranti a bordo è arrivato in banchina senza che si sia potuto intercettare prima e senza poterlo bloccare, pena la collisione e il possibile ribaltamento o che tale controllo avrebbe provocato con sicuri rischi per l’incolumità dei migranti.
Con immediatezza, considerata la giornata festiva di Pasqua, sono stati predisposti subito i controlli sanitari a cura dell’USMAF nonché quelli dell’Azienda Sanitaria Provinciale e, poi, con altrettanta velocità, si è provveduto ad individuare una struttura sul territorio che potesse ospitarli, considerato che l’Hotspot al momento non può accogliere nessun altro migrante oltre i 50 in atto ospitati, provenienti da Agrigento, in quanto uno di essi, tenuto separatamente in isolamento, è risultato positivo al COVID – 19.
E’ stata, pertanto, riattivata una struttura di proprietà del demanio regionale ma acquisita dalla Prefettura in comodato d’uso dal lontano 22 ottobre 2014 quando la struttura stessa veniva utilizzata proprio per l’accoglienza dei migranti richiedenti la protezione internazionale. Da allora il Ministero dell’Interno ha effettuato importanti e consistenti lavori di ristrutturazione e adeguamento curati dal Dipartimento di Protezione Civile con un considerevole impegno economico da parte dello stesso Ministero con particolare riguardo ai lavori di allacciamento della rete idrica e fognaria che è stata regolarmente collegata con la rete dell’area artigianale di Comiso che, pertanto, allo stato è perfettamente idonea e funzionante. Il pozzo della rete idrica è in comune con l’Azienda Agricola Don Pietro da cui ovviamente vengono stralciati i relativi consumi.
Il complesso, denominato Azienda Don Pietro, sito nel territorio di Ragusa ma al confine con il Comune di Comiso, è perfettamente adeguato allo scopo – anche perché nasce proprio quale centro di accoglienza – sotto tutti i profili tecnici ed è altamente presidiato dalle Forze di polizia, che garantiranno il periodo di isolamento sanitario a tutti i migranti prima di poterli trasferire presso altre destinazioni.
Ovviamente non è consentito a nessuno, per ragioni sanitarie di accedere all’interno, tranne all’Ente gestore, alle Forze di polizia e al personale abilitato opportunamente equipaggiato.
Presso la struttura dell’Azienda San Pietro vengono effettuati a cura dell’Azienda Sanitaria Provinciale accessi giornalieri per il controllo della temperatura e per garantire la sorveglianza sanitaria per tutto il periodo della quarantena e, a distanza di almeno 7 giorni, saranno effettuati anche i tamponi sui soggetti ospitati.
Il servizio di sorveglianza sanitaria è integrato con la collaborazione di Emergency che assicura la presenza in loco giornalmente con personale medico ed infermieristico.
E’ altresì prevista nei prossimi giorni l’attivazione della Croce Rossa Italiana con la propria organizzazione che potrà assicurare un servizio aggiuntivo in raccordo con l’Azienda Sanitaria Provinciale.
In presenza di sintomatologie evidenti l’Azienda Sanitaria Provinciale garantirà, inoltre, il servizio necessario e l’eventuale rilevazione di tamponi per il COVID – 19 in urgenza.