
E’ stato detto di tutto , ma la prescrizione adesso diventa il vero “ nodo complicato” . Il premier Conte si avvia verso una vera e propria verifica. Gennaio e febbraio potrebbero diventare delle vere e proprie “Forche Caudine”. La prescrizione diventa la vera questione che sta travolgendo, in una bagarre da stadio, M5s e PD. C’è la possibilità reale che il blocco sulla riforma voluta da Bonafede ( di cui in realtà non si conosce niente e su cui mezza Italia ha seri dubbi), avveleni sul nascere un già difficile dibattito nel governo, alla base della tanto annunciata ( da Conte) agenda di “ripartenza Italia”. Abbiamo già assistito ad una vera e propria prova di forza del premier, con il comunicato che ha di fatto sdoppiato ( sinceramente con la sorpresa di tutti ) i vertici del MIUR, coperto fino a pochi giorni fa dal buon Fioramonti, e adesso rimodellato con la presenza di due nuovi ministri ( e non senza una serie di polemiche, soprattutto sulla nomina della Azzolina, rea secondo l’opposizione, di aver vinto il concorso a preside mentre era nella funzione istituzionale di membro della commissione Cultura alla Camera). In ogni caso Conte come detto, affronta una vera e propria verifica a gennaio. Nuovo nodo, terribilmente intrecciato, è quello sulla prescrizione, che divide M5s e Pd intensamente, con il forte rischio che lo stallo sulla riforma Bonafede, inquini poi sul nascere il confronto nel governo per il quale il presidente del Consiglio ha già riempito d’impegni la sua tanto annunciata agenda.
Adesso come non mai la Maggioranza appare fragile.
La maggioranza, nonostante Conte nella conferenza di fine anno abbia dato una serie di nette rassicurazioni ( per molti assolutamente formali ) al popolo italiano e alla stessa leadership del governo rosso-giallo , in questo momento ( e sulla base degli attuali accadimenti) resta molto fragile. C’è sempre la paura che una “neo-formazione” in embrione o di nuovo gruppo politico “carbonaro” e nascituro alla Camera, nonostante le accorate raccomandazioni del premier a non destrutturare l’attuale assetto, possa far saltare tutto in poche ore. A gennaio ( probabilmente il 7) dopo l’insediamento dei due neo-ministri nei “rinati rami ministeriali” alla Scuola e all’Università, il premier del governo presidierà il tanto atteso e temuto vertice sulla giustizia . Bonafede è sicuro che la spunterà. L’opposizione promette battaglia senza tregua .Vedremo.
Intanto nuove tensioni nel Movimento 5S.
La scelta della divisione ministeriale all’Istruzione e la corsa alle prossime elezioni “ da separati”, dal punto di vista politico ( almeno stando ai sondaggi) favorisce il Pd ma, contemporaneamente , blocca alla base ogni possibile richiesta di rimpasti governativi da parte degli stessi Democratici dopo le Regionali. Il Movimento resta per metà al MIUR, con la promozione del suo sottosegretario tanto criticato, la deputata Azzolina, ma in realtà perde la leadership dello stesso ministero. L’Azzolina è stata voluta dai vertici grillini ma certamente delude l’ala ortodossa del movimento. ( uno dei “trombati “ in questo caso è stato il presidente della commissione Cultura, on. Luigi Gallo). C’è stato un mal di pancia iniziale, ma in atto, nonostante le tensioni generate, alla fine non dovrebbe creare ulteriori spaccature in un Movimento dove, da tempo , è in moto una specie di isterico “ tutti contro tutti”.
Elezioni Regionali: il vero punto interrogativo.
Parte intanto la competizione delle Regionali. Inesorabilmente il countdown non lascia tregua. Il 26 gennaio Emilia-Romagna e Calabria diventeranno protagoniste d’Italia. La Bonaccini mostra la propria lista ad Imola insieme al sindaco milanese Sala sotto lo slogan: ” Vinciamo, e da qui facciamo ripartire l’Italia”. Salvini da Bologna risponde invece attaccando l’avversario Conte. “Non dorme più, è ossessionato dal sottoscritto”. Cari amici lettori pazienza, ancora pochi giorni e conosceremo il futuro politico di questa nazione.