
Il giornalista modicano Paolo Borrometi ha ricevuto mercoledì scorso il premio “Peter Mackler”, che premia il coraggio e l’etica giornalistico, per il suo racconto sulla mafia siciliana, che gli è valso diverse minacce di morte.
Nato nel 1983 a Ragusa, nel sud della Sicilia, Paolo Borrometi ha lavorato per l’agenzia italiana AGI prima di fondare, nel 2013, il sito web informativo LaSpia.
È stato oggetto di protezione della polizia dal 2014, quando ha dovuto lasciare la Sicilia per stabilirsi a Roma come misura di sicurezza.
Quell’anno fu, in effetti, vittima di un’aggressione, perpetrata da due uomini mascherati, che gli causarono lesioni permanenti a una spalla.
Sempre nel 2014, la casa della sua famiglia a Modica è stata presa di mira da un tentato incendio doloso.
Per anni, Paolo Borrometi ha documentato le attività della mafia nel settore agroalimentare, controllato principalmente dai clan di Siracusa e Ragusa.
Il premio Peter Mackler è stato creato in memoria dell’ex caporedattore di AFP per il Nord America, improvvisamente morto nel 2008 per un infarto.
È stato consegnato mercoledì dalla moglie di Peter Mackler, Catherine Antoine, nei locali della scuola di giornalismo dell’università della città di New York (CUNY). Presenti il Console Generale Italiano, giornalisti del NyT, di Bloomberg.
Paolo Borrometi ha dedicato il premio alla giornalista Daphne Caruana Galizia delle indagini uccise a Malta in un attacco nel 2017, ad Antonio Megalizzi, giornalista ucciso durante l’attacco dell’11 dicembre 2018 al mercatino di Natale di Strasburgo e Giulio Regeni, studente torturato a morte dalla polizia egiziana nel 2016 secondo la stampa italiana.
“Amo questo lavoro”, ha detto Borrometi. “Mi piace il libero esercizio del giornalismo“.
Il premio Peter Mackler è gestito dal Global Media Forum, in collaborazione con RSF e Agence France-Presse.
(FONTE: AGENCE FRANCE-PRESSE)
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