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Il laboratorio di cucina della cooperativa Proxima Ragusa e l’integrazione tra le culture gastronomiche di vari Paesi

Preparare una sofficissima torta. Seguendo una ricetta tunisina. Accade durante il laboratorio di cucina della cooperativa Proxima che dà così l’opportunità alle ospiti, vittime di tratta, di cimentarsi con una pratica piacevole e in grado di affinare la loro sensibilità in questo campo. In particolare, durante il laboratorio in questione sono stati utilizzati tre bicchieri di farina 00, 1 bicchiere di zucchero, mezzo bicchiere di olio di oliva, un bicchiere di latte, una bustina e mezzo di lievito per dolci e cinque uova intere. Come è stata preparata la torta? Le ragazze, sotto la guida della tutor, hanno unito le uova intere con lo zucchero fino a raggiungere un composto cremoso, aggiungendo in seguito l’olio e il latte, mescolando sempre, e poi la farina, sino a ottenere stavolta un composto compatto. In ultimo, hanno aggiunto il lievito e, poi, hanno messo in forno a 180 gradi per mezz’ora. E, prima di mangiarla e di offrirla alle altre ospiti, hanno spolverato il tutto con zucchero a velo. “Il laboratorio di cucina – spiega la presidente della cooperativa Proxima Ragusa, Ivana Tumino – resta uno dei progetti che suscita più interesse e curiosità da parte delle nostre ragazze che cercano di sperimentare con gli ingredienti per realizzare cibi sempre nuovi. E, poi, è soprattutto un’occasione per confrontare le varie esperienze, le cucine dei diversi Paesi, un modo concreto per fare integrazione e per alimentare le culture con gli innesti di altre realtà. Insomma, davvero un bel modo di stare assieme che, naturalmente, come Proxima abbiamo cercato e stiamo cercando di valorizzare sempre di più anche alla luce delle risposte positive che finora abbiamo ottenuto e che ci fanno guardare avanti con grande speranza affinché il sostegno da garantire a queste persone possa essere il più completo possibile”.

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