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Grande partecipazione alla tradizionale fiera bestiame in occasione della festa del patrono di Giarratana

Nell’ ambito dei festeggiamenti del patrono San Bartolomeo, si è svolta a Giarratana la tradizionale quanto partecipata fiera del bestiame, meglio conosciuta come “a fera ro patrono”.
Le origini di tale fiera si fanno risalire al 1605 quando a Giarratana venne concessa dal Papa Paolo V una reliquia di San Bartolomeo.
In precedenza un mandato del Marchese Michele Settimo, signore di Giarratana dell’11 agosto 1592 aveva imposto all’Università (il Comune) di pagare lire 38 e 25 centesimi per celebrare la festa del Santo, riconoscendo quale “Patrono ab antiquo delle terre di Giarratana”.
La fiera che durava per più giorni doveva tenersi nel “Cozzo di Santa Caterina”, ed era accompagnata dalla “corsa dei barberi” per i quali venivano dati ai vincitori dei palii, pagati dall’Università (Comune).
Nel 1611, sarà un editto del vicerè di Spagna don Pietro Giron, duca d’Ossuna riconoscendo il patronato di San Bartolomeo nel feudo di Giarratana, a voler dare alla festa una maggiore solennità a cui fa seguito nel 1641 un editto del Vescovo di Siracusa. Tali atti, servirono a riconfermare il patrocinio del Santo su Giarratana ma ebbero ed risultato l’incremento di questa fiera che avendo raggiunto già una fama nel circondario del sud est dell’isola riceveva con essi una investitura reale prima, e successivamente dall’autorità ecclesiastica imponendosi così come tra le più importanti fiere dei “panni e del bestiame” della Sicilia.
Il terremoto dell’11 gennaio 1693, che devastò la Sicilia sud Orientale , portò i superstiti a ricostruire il nuovo centro abitato più a sud nel cosidetto “Pojo di li ddsi”.
La fiera , nonostante i gravi disagi , fu ancora una volta il motore per dare slancio all’economia agricola e pastorale della cittadina che usciva provata dall’evento sismico. Nonostante , le lotte di campanile che andavano a creare spesso gravi incidenti facendo intervenire ora l’autorità ecclesiastica , ora direttamente la corona di Spagna, la fiera e la festa non furono mai oggetto di divieto, poiché ormai la prima faceva parte integrante delle celebrazioni patronali e privarne la manifestazione sarebbe stato un duro colpo all’economia del paese.
Nel 1819, quando a seguito di una decisione pontificia che imponeva che le feste dei patroni venissero celebrate nella domenica successiva alla festa liturgica, decisione poi revocata, una petizione della Municipalità di Giarratana, del clero, e del popolo , inviata al vescovo di Siracusa , alla Consulta Reale, rende chiara l’idea di ciò che doveva essere quella fiera per l’economia di questa zona di Sicilia. “Noi qui sottoscritti quali rappresentanti di questo Comune di Giarratana e porzione del clero di questo Comune rassegniamo a monsignor Vescovo di Siracusa (…) avendo dispensato altra volta il Santo Padre di potersi ridarre giorni festivi quelli dei Santi Patroni di ogni città e terra nei giorni stabiliti dalla Chiesa Universale e ciò quando le circostanze del popolo e del clero lo richiedono, a quale oggetto il Santo Padre, facoltò all’E.V.Rev.ma di poter permettere tali giorni festivi di tutti i Santi Padroni della di Lei Diocesi.. E siccome Eccellenza Rev.ma nel giorno 24 Agosto dalla Chiesa Universale si celebra la festività del Glorioso San Bartolomeo Apostolo Patrono Principale di questo suddetto Comune e che in detto giorno vi è un concorso di molta gente di questi “vicini” Paesi non solo per li benefici della fiera dei panni, che ogni anno si provvede di ogni bisognevole, ma pur anche per il mercato, che suole concedersi due giorni pria di detto Santo, ove pure vi è un concorso di molti individui di vicini e lontani Comuni e Città, e tutti pieni di devozione in detto giorno 24 Agosto adorano suddetto Glorioso Santo per li gran miracoli che fa a chi lo prega con devozione. Perciò preghiamo all’E.V. Rev.ma, anciò si servisse ordinare a questo reverendo Vicario Scarso di essere giorno festivo il detto giorno 24 agosto di ogni anno come negli anni scorsi si è praticato, diversamente essendo sarà motivo di perdersi la fiera di panni, e di bestiame per cui ne ricavano gli abitanti di questo suddetto Comune un gran vantaggio(…) In tale petizione , veniva fatto presente che la fiera dei “panni e del bestiame” con tale decisione avrebbe subito gravi danni. La petizione diretta al vescovo di Siracusa e poi al Viceré del Regno delle due Sicilie, fu sottoposta al re Ferdinando di Borbone che a seguito di tali considerazioni elargì concessioni alla festa riconoscendo il patronato del Santo su Giarratana e autorizzandone la celebrazione il 24 agosto per “l’utile economico del paese”. Inoltre diede ordine al Vescovo di Siracusa, di elevare la festa a festa di doppio precetto secondo il calendario liturgico del tempo.
Per più di 150 anni la fiera rimase immutata. Migliaia di persone giungevano a Giarratana pronte ad incrementare l’economia essenzialmente agricola dell’area geografica degli Iblei. Poi, a partire dagli anni 60 del secolo scorso repentinamente gli assetti economici mutarono e di conseguenza cambiarono le abitudini della gente. Così, quello che rimane oggi, di quella grande fiera,uno scampolo possiamo dire, basta per richiamare ancora folla di forestieri, arrivati tra queste colline più per curiosità che per negoziare. Ciò che prima aveva un preciso protocollo , in quanto gli animali e i loro proprietari potevano entrare in paese , per raggiungere il luogo della fiera dove avevano luogo le contrattazioni dopo lo sparo di un mortaretto e il suono delle campane. oggi avviene secondo tempi e modi diversi. E’ sempre un’emozione però vedere ancora arrivare i “feroti” con i loro animali e i venditori degli antichi utensili per il lavoro dei campi messi a disposizioni di eventuali compratori ( sempre meno),come il cantastorie di una volta, ed ancora le belle cipolle di Giarratana , mostrarsi in tutta la loro dorata regalità, i grandi grappoli di uva, le rosse angurie che verranno consumate nei giorni della festa.
Per tanti rimane ancora “a fera ro patrono”, la fiera del Patrono.
Per far rivivere la tradizionale fiera del bestiame la notte tutti i commercianti e tutte le attività produttive saranno in campo ad accogliere i “feroti” nelle piazze di Giarratana; artisti di strada, gruppi folkloristici e musicali intrattengono la gente che aspetterà l’alba del 21 quando inizieranno le contrattazioni.
Per tutti questo momento emozionante sarà “a fera o patronu” dove tutto è calore, suoni, colore, odori, atmosfera magica che lascerà l’impronta del passato. Dati ripresi dall’archivio dell’ufficio del turismo di Giarratana.
Giovanni Bucchieri.

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