
Molti contribuenti della provincia di Ragusa stanno ricevendo, in questi giorni, dei ruoli esattoriali relativi a controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate concernenti l’articolo 36 bis del dpr 600/73. I contribuenti lamentano di non aver mai ricevuto l’avviso bonario inerente i controlli in questione. E’ l’Associazione nazionale commercialisti di Ragusa a lanciare l’allarme spiegando di essere intenzionata a mettere in atto ogni azione, anche legale, per fare valere i diritti dei contribuenti, interessando se necessario il garante del contribuente. E’ il presidente di Anc Ragusa, Rosa Anna Paolino, a spiegare che cosa è accaduto “L’attività propedeutica di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate – dice – si sviluppa lungo alcune fasi: la prima è quella del mero controllo effettuata per ogni singolo contribuente, la seconda riguarda l’emissione di un avviso bonario che permette al contribuente o di produrre la documentazione per difendersi, e abbattere quindi la pretesa contributiva da parte dell’Agenzia delle Entrate, oppure, se questa pretesa è reale, il contribuente può decidere di pagare in un’unica soluzione o in maniera rateizzata con un aggravio di sanzioni pari al dieci per cento. Da quello che abbiamo potuto appurare, sembra che l’Agenzia delle Entrate abbia dato in appalto a una posta privata l’incombenza di fare pervenire ai contribuenti gli avvisi bonari tramite raccomandata. Tali raccomandate, però, non sono mai state ricevute dai contribuenti e la notifica si è formalizzata con la compiuta giacenza. In effetti, però, lo ribadisco, i contribuenti non sono mai stati resi edotti sul fatto che c’era una raccomandata a proprio nome da ritirare o semplicemente da prendere poiché sconoscevano l’attività in questione da parte dell’Agenzia delle Entrate. La mole dei ruoli esattoriali che sta arrivando e che riguardano l’Unico 2016, riferito alla dichiarazione dei redditi 2015, fa pensare che da parte della posta privata ci sia stato o un malfunzionamento, se si vuole pensare in positivo, oppure, se si vuole pensare in negativo, che ci sia stata negligenza da parte di quest’ultima nel consegnare gli avvisi bonari, non dando la possibilità ai contribuenti di potere usufruire di una sanzione ridotta al dieci per cento piuttosto che vederla lievitare al 30% come invece accade con il ruolo esattoriale. E’ un problema che coinvolge una fetta consistente di contribuenti inficiandone la difesa. Ci troviamo a che fare con una sfilza di cartelle esattoriali e con una pretesa che non riusciamo a percepire perché la cartella è redatta in modo sintetico e non esplicativa come accade, invece, con l’avviso bonario dove si evince l’eventuale errore o la mancanza da parte del contribuente sia nel non avere esibito determinate pezze di appoggio o semplicemente perché non è stata pagata una o più rate dell’importo che si dovevano corrispondere”. Che cosa accadrà? “Tutto questo – continua il presidente Paolino – porterebbe a una serie di contenziosi che noi commercialisti dovremo attivare per potere innanzitutto capire qual è la pretesa del Fisco e poi eventualmente eccepire l’attività di contenzioso: o una parte delle pretese potrebbe essere non dovuta oppure semplicemente chiedere, visto che il contribuente è stato leso nella sua opportunità di non potere usufruire della sanzione ridotta al 10%, di essere rimesso in termini per potere avere diritto alla sanzione in questione concernente gli avvisi bonari. L’Agenzia delle Entrate sostiene che la notifica è stata fatta nei termini e che tutti i passaggi sono stati rispettati. Per il contribuente, che sconosceva completamente, l’attività di controllo, diventa un problema difendersi perché, pur dovendosi attivare in questa direzione, non lo può fare. Secondo noi, si profila una inadempienza da parte della posta privata che ha la responsabilità di dimostrare, a questo punto, se la compiuta giacenza è stata inadempienza da parte del contribuente oppure mancanza di diligenza degli operatori della posta privata che non hanno mai portato la raccomandata o in subordine lasciato l’avviso nella buca del contribuente per far sì che l’avviso bonario potesse essere ritirato”. Il presidente di Anc Ragusa chiede all’Agenzia delle Entrate di porre in atto una serie di azioni che possano rimettere in termini quei contribuenti che non hanno avuto la possibilità di usufruire della sanzione agevolata al 10% perché non sapevano nulla dell’attività di controllo. “L’Anc – aggiunge Paolino – chiede con forza che si arrivi allo sgravio della sanzione irrogata con il ruolo, sanzione piena al 30%, riducendola al 10%, rimettendo i contribuenti nei termini, avendo così realmente l’opportunità di conoscere qual è la pretesa da parte dell’Agenzia stessa. Stiamo altresì valutando con un legale se ci sono i presupposti di una denuncia alla Procura in danno alla posta privata che si è aggiudicata il servizio di consegna avvisi bonari. Riteniamo che l’Agenzia delle Entrate, anche se non direttamente responsabile della mancata consegna, dovrebbe vigilare sul fatto che ciò avvenga realmente, chiedendosi come mai una percentuale così alta di avvisi bonari si sia tramutata in compiuta giacenza. Questa poca attenzione sinceramente ci sconcerta. Andremo avanti sino a quando non arriveranno risposte su una vicenda che sta creando parecchio scompiglio”.