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Oltre 500 soci e risparmiatori traditi – il 25% dell’assemblea della Banca Agricola popolare di Ragusa – il 28 aprile scorso hanno protestato votando “no” a un bilancio che non risponde affatto alle richieste – in alcuni casi reiterate da tre anni a questa parte – di rientrare in possesso dei soldi investiti nelle azioni della Bapr.
Per Salvatore Rando, guida del comitato spontaneo dei risparmiatori e primo gilet giallo d’Italia – è stata “un’assemblea storica. Oltre 500 persone e tanti altri astenuti, hanno marcato la distanza con i vertici della Banca, che si fa forte del voto delle centinaia di dipendenti. É un fatto storico da quando è nato l’istituto, 130 anni fa, una misura elevata del dissenso che non può essere sottovalutato dalla dirigenza e che sottolinea anche la disperazione di tante famiglie del territorio”.
Per la prima volta, sono state rivelate pubblicamente le bugie che la dirigenza ripete da ormai alcuni anni e sono stati messi in luce gli errori posti in essere in tema di comunicazione e di formazione dei dipendenti sul funzionamento del mercato multilaterale Hi-Mtf grazie agli interventi di alcuni membri del comitato presenti.
Inascoltati gli emendamenti proposti dai gilet gialli in assemblea: di ampliare il plafond messo a disposizione dalla banca per il riacquisto azioni proprie e di limitare “gli ampi poteri del cda”, introducendo l’obbligo di riferire a una rappresentanza degli azionisti nominati dagli azionisti stessi. Segno di aperture solo formali dei vertici della banca e volte a perdere ancora del tempo sulle spalle delle famiglie.
Nicoletta Santamaria, coordinatrice e portavoce del comitato, protagonista di numerosi tavoli anche al Mef, tavoli che ancora non hanno mosso alcuna soluzione concreta e soddisfacente per i risparmiatori, ha sottolineato il risultato ottenuto: “Non ci aspettavamo certo di essere la maggioranza, ma essere in più di 500 ha significato rappresentare il 25% di un’assemblea prima impenetrabile. Abbiamo dimostrato di non essere quattro scalmanati, e adesso la banca sa bene che, se non ci darà risposte sufficienti, alla prossima assemblea saremo migliaia, non più centinaia”.
2 commenti su “Bilancio della Banca Agricola Popolare di Ragusa contestato da oltre 500 soci”
Vista la difficoltà o la impossibilità di vendere queste azioni, la Banca si potrebbe almeno fare carico delle tasse sul dossier, e non dovrebbe fare pagare le spese di tenuta del dossier stesso.
Sarebbe un primo segnale di apertura verso i piccoli azionisti.
L’anno prossimo auspico che all’assemblea ci sia la partecipazione di tutti i piccoli azionisti, l’unione fa la forza!!!
Occorre che la legge italiana obblighi anche le banche popolari di piccole o medie dimensioni di trasformarsi in Spa per consentire che il controllo ed il governo della società passi ai soci che detengono la maggioranza del capitale azionario e non come oggi che, indipendentemente dal numero di azioni possedute ogni socio ha diritto ad 1 solo voto. Inoltre, con la trasformazione in Spa si aprirebbe l’interesse del mercato ad eventuali scalate azionarie per acquistare la banca e ciò consentirebbe alle azioni di recuperare valore e diventare finalmente appetibili e liquide. Non c è altra soluzione per rendere liquide le azioni e mandare a casa chi comanda in virtù di giochi di potere e compromessi consolidati negli anni senza detenere la maggioranza azionaria della banca. Non c è altra soluzione. Nel mercato dei capitali deve comandare chi detiene il capitale azionario e non chi rischia poco o nulla come avviene nelle banche popolari di piccole o medie dimensioni. Ciao