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Continua lo scempio a Macconi, Campo: “Nostri interventi rimasti lettera morta, a questo punto chiederemo istituzione nuovo Sin o di ampliare quello di Gela”

“Lo avevamo denunciato già lo scorso mese di settembre, ma il governo regionale è rimasto completamente sordo. E così quello che potrebbe essere uno degli angoli più belli e suggestivi non solo della provincia di Ragusa ma dell’intero sud est siciliano, ovvero quello della foce del fiume Dirillo e dei dieci chilometri di spiaggia dei Macconi, resta terra di nessuno. E lì continuano a essere gettati prodotti chimici, plastiche delle serre, manichette di ogni tipo, polistirolo per le sementi, materiale proveniente dagli scarti dell’agricoltura intensiva senza parlare del fenomeno delle fumarole”. Lo denuncia la deputata regionale del M5S di Ragusa, Stefania Campo, che torna sulla vicenda, qualche settimana prima della stagione estiva. “Il Governo regionale non si è mai interessato alla vicenda – prosegue Campo – Tutti i nostri atti parlamentari sono rimasti lettera morta. Abbiamo presentato un’interrogazione per la salvaguardia del sito che non ha mai avuto risposta, una mozione che non è stata mai calendarizzata e il Ddl sulla regolarizzazione degli insediamenti serricoli nei contesti dunali e la riacquisizione del suolo demaniale marittimo che non è mai arrivato in Commissione nonostante le tante sollecitazioni. Un Ddl che dava una grossa opportunità di regolamentare la questione anche rispetto al problema degli accessi al mare. Non ci siamo fermati a questo ma abbiamo continuato a proporre emendamenti in finanziaria, purtroppo anche questi bocciati dalla maggioranza. Questi nostri interventi avevano anche fatto scattare i controlli del NOR del corpo Forestale della Regione siciliana, che però non ha potuto continuare a causa della mancanza di fondi della Regione. Abbiamo anche sottoposto la questione al ministro Costa, ma di fatto l’area è di esclusiva competenza della Regione, quindi al momento il Governo nazionale non può far nulla. A meno che l’area non rientri nei Sin (siti di interesse nazionale) che in Sicilia sono quattro, di cui uno a Gela. A questo punto tenteremo una azione forte, e cioè chiederemo sia alla Regione che al Ministero, e lo faremo quando rincontreremo il ministro Costa il 23 aprile a Milazzo, di istituire un nuovo Sin, considerato il massiccio rilascio nella zona di inquinanti chimici nonché lo smaltimento incontrollato di rifiuti anche pericolosi, o in un’ultima istanza di ampliare quello di Gela, dal momento che le correnti portano gli agenti inquinanti quasi esclusivamente in direzione di Macconi”. Nei mesi scorsi l’esponente del Movimento, telecamera al seguito, aveva realizzato un reportage sul sito le cui immagini parlavano da sole, ma purtroppo, fino ad ora, non hanno smosso le coscienze.

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