
Giornata intensissima per il notissimo giornalista Pino Aprile e una giornata particolare per i modicani stessi, che grazie alla sua venuta a Modica, ma soprattutto alla sua travolgente narrazione e analisi, hanno potuto conoscere e apprezzare il contenuto di una questione, quella meridionale, frutto, secondo proprio delle parole dello scrittore, di una sudditanza psicologica dettata dallo stato di “vinti”.
Pino Aprile nella mattinata di ieri ha visitato velocemente Modica apprezzandone la bellezza architettonica, ma anche quella gastronomica e soprattutto dolciaria.
Proprio visitando l’antica Dolceria Bonajuto di Corso Umberto, ha sottolineato che anche il cioccolato di Modica e marchi, brand, come la Dolceria Bonajuto, dove è nata e sviluppata la tradizione dolciaria e dello stesso cioccolato modicano, tradizione cioccolataia che nulla ha da invidiare ad altri brand del nord Italia, quali la Perugina, la Pernigotti, la Venchi, la Caffarell (quest’ultime tre tutte in Piemonte!), ha scontato, dal 1861, “l’oblio dei vinti” e solo recentissimamente, grazie all’innovazione e alla genialità di Franco Ruta, parliamo dei primi anni 90 del secolo scorso, il cioccolato Modicano è potuto finalmente rinascere e sedere ai tavoli dei “vincitori”.
Nella tarda mattinata si è svolta, presso il Liceo Classico “Tommaso Campailla”, la lectio magistralis dello scrittore, che ha tenuto incantato e inchiodato alle sue parole, un pubblico, che per natura è effervescente e irrequieto, quello delle ultime classi del liceo.
Due ore incensanti di analisi profonda, innovativa, stravolgente e storica, della questione meridionale, che alla fine ha spronato docenti, tra cui il prof. Domenico Pisana e Michele Armenia (questo secondo ha donato, allo scrittore, a nome personale e dell’istituto, una ristampa anastatica de l’Adamo del Campailla) e diversi ragazzi, a porre domande inaspettate e di spessore, a cui si sono ottenute altrettante documentate risposte di spessore.
Alla domanda di una tenerissima studentessa, la quale chiedeva cosa avrebbe potuto fare la sua generazione per invertire questo fenomeno, questo retaggio, ancora condizionante, degli avi, lo scrittore ha risposto che già lo stava facendo, stava facendo qualcosa perchè nel porsi e nel porre già la domanda ha fatto quel primo e necessario passo per invertire il fenomeno.
Più incisiva è stata la risposta del dr. Carmelo Cataldi, che ha accompagnato lo scrittore per l’intera giornata, insieme al Presidente della S.O.M.S. Carlo Papa Giorgio Casa e cioè impegnarsi a conoscere e analizzare, con introspezione, la propria storia, quella patria, che nel caso di specie, non è scritta nei libri di testo. Un evento simbolico, citato dallo stesso, poco prima, è stato quello del passaggio da Modica il 24 maggio del 1860 di Nino Bixio e Menotti Garibaldi (fatto sconosciuto alla platea di studenti e docenti del Campailla), che incidentalmente e per una falsa e dolosa interpretazione degli amministratori locali di allora, chiamati poi “eroi”, fu la causa, nascosta, della atipica e risorgimentale “strage modicana dei nove”, di poco successiva a quella di Bronte (CT).
Stesso format, ma con una prospettiva diversa, più politica e sociologica, si è ripetuto alle 19.30 presso la chiesa di San Nicolò ed Erasmo a Modica Alta, dove, un folto e qualificato pubblico, tra cui il noto economista Nino Galloni (peraltro alla fine autore di un proprio e singolare intervento) è rimasto letteralmente incollato alla sedia ad ascoltare, per ben due ore, un’analisi attenta e feroce delle condizioni in cui si è vissuto il Risorgimento al sud, quali sono stati le sue implicazioni ed esplicazioni di ordine sociale, morale ed etico, nella storia poi di questa parte della Nazione, ma soprattutto quali sono stati i disastri di ordine finanziario ed economico, di cui ancora oggi questa generazione e le successive saranno chiamate a pagare un prezzo altissimo di sudore e sangue.
Solo alle 22 circa, quando il Presidente Giorgio Casa ha dovuto necessariamente interrompere la serata e non ha potuto ammettere ulteriori domande, si è chiuso l’evento che ha visto, peraltro, un interesse bibliografico per le opere dello scrittore fuori da ogni aspettativa, ed i cui volumi, forniti dalla Mondadori di Modica di Piera Ficili, sono andati a ruba e autografati dallo stesso autore prima e dopo l’evento.
La serata è stata peraltro allietata da musiche e canti a tema e dalla recitazione di passi della “trilogia del Sud” (Terroni, Giù al Sud e Carnefici) e del suo penultimo volume “L’Italia è finita”.
5 commenti su “Full immersion modicana per la questione meridionale con il giornalista Pino Aprile”
Un articolo ridicolo che celebra un individuo ambiguo che si è arricchito spacciando per storia una serie di sonore balle. Cosa ancora più grave che qualcuno lo abbia pubblicizzato solo per andare contro altri. Una vergogna che sia stato accolto nella più grande istituzione scolastica modicana, come il Liceo Campailla, che ha visto tra i suoi docenti dei fieri patrioti che hanno dato tanto all’Italia. Che il Presidente di una società operaia intitolata ad un grande Patriota risorgimentale, che tanto ha fatto per Modica, abbia accolto questo neoborbonico che l’unica cosa che ricorda della Sicilia è Bronte e dimentica sempre di raccontare il saccheggio della nostra terra da parte dei Borbone che tenevano la popolazione siciliana in uno stato di miseria totale depredandone sistematicamente le risorse. Una persona(l’Aprile) le cui tesi(e mi limito alle tesi) dovrebbero essere prese a pedate e ributtate al di là dello stretto. A coloro che hanno promosso questa vergogna consiglierei, invece di farsi paladini del nulla o mistificare il risorgimento a proprio piacere solo per andare contro i presidenti di biblioteche, di rimboccarsi le maniche e lavorare magari partendo proprio dai Modicani illustri che hanno combattuto i borbone per issare il tricolore su Monserrato.
Le sonore balle, specialmente quelle modicane possono essere quelle di mentire sapendo di mentire su una famiglia pseudo nobile genovese, che alla fine aveva origini “ignobili” spagnole e questo probabilmente per partito necessariamente preso, per interessi meschini di bottega. Le sonore balle sono quelle di ostracizzare il cioccolato di Modica, qualche anno prima e decantarlo qualche anno dopo, facendo eliminare il primo articolo dal palinsesto del giornale online. Insomma cose che uno storico, che un giornalista serio e onesto, come Pino Aprile, credo non penserebbe e ammetterebbe mai, ne andrebbe della propria onestà intellettuale, fatti che purtroppo a Modica invece succedono e si perpetuano. Su Pino Aprile, personalmente, mi fido ciecamente ad esempio del Prof. Uccio Barone, che sembra, su iniziativa della Presidente dell’Inner Wheel Club di Catania, Eleonora Consoli Rodonò, abbia organizzato all’Excelsior, un interclub con i Rotary Club Catania, Catania Est, Catania Ovest, Rotaract Catania, e presentato due suoi volumi “Terroni” e “Giù al Sud: come i terroni salveranno l’Italia” e per cui ebbe parole di elogio e altissima stima. In quell’occasione il Professore, in rigorosa ottica scientifica, sembra, si sia soffermato a esaminare i motivi del grande successo delle due pubblicazioni di Pino Aprile, accusato di essere antiunitario, filoborbonico, meridionalista; insinuazioni faziose, ingenerose, che non gli rendevano giustizia, al di là di piccole cose che in democrazia si accettano come ipotesi nuove. Il Professore Barone sembra allora lo definì addirittura un professionista, dal grande acume critico, del giornalismo d’inchiesta di tradizione italiana, dal livello di divulgazione alta, che, in una revisione storiografica, cerca di scoprire la parte meno nota della Storia d’Italia, il nodo dell’Unità e del come il Sud vi sia stato collocato.
E se tutto questo lo ha detto il prof. Uccio Barone, sulla cui onestà intellettuale e le grandi capacità di analisi storiche non vi è alcuna ombra di dubbio, dobbiamo credergli. Il resto è tutta fuffa! Solo due note per terminare carissimo uno qualunque: Grande onore all’istituzione che ha accolto giustamente Pino Aprile, ma ti dimentichi che molti di quei fieri patrioti di cui ti riempi la bocca, furono anche amministratori zelanti proprio dei borboni il giorno prima e dei Savoia il giorno dopo, uno tra questi Emanuele Giardina, che il tricolore già era statao issato anche nel 1848 da quello che era palazzo Salemi, allora sede del Comune e che sempre da quel pennone fu innalzato il tricolore unitario nel 1860 e non a Monserrato, ma soprattutto tra questi eroi, appunto ossequiosi e severi funzionari borbonici il giorno prima e altrettanto sabaudi il giorno dopo, ti ricordo vi fu Carlo Papa, presidente occasionale del Tribunale Speciale che fu l’esecutore “giudiziario” della strage pseudo-risorgimentale (una meschina riverenza tutta modicana per ossequiare il potere appena insediatosi, nella ultra secolare tradizione locale) dei nove giovani a Modica. Pertanto ti suggerirei di studiare meglio la storia, soprattutto quella patria e dell’800 e per quella risorgimentale ti consiglierei di rivolgerti, per dei ripassi seri ed autorevoli, al nostro grande storico concittadino, il Prof. Uccio Barone.
Una iniziativa che mi lascia davvero perplesso. Soprattutto nella sua tappa “scolastica”. Sarebbe stato più utile un confronto tra Aprile e studiosi non schierati come tifosi sul neonorbonismo (ma neppure sull’unitarismo) ad oltranza.
Come volevasi dimostrare, la storia ad uso e consumo per le proprie simpatie ed antipatie, ancora una volta uno spettacolo penoso.
Mi sembra, per rispondere a Poidomani, che l’ingresso alla chiesa di s. Nicolo ed Erasmo fosse libero, per cui chi avesse voluto, quindi anche studiosi non schierati, avrebbero potuto dire la loro. Invece mi sembra che aprioristicamente abbiano preferito glissare. Non capisco poi le perplessità per quanto riguarda la tappa scolastica. Mi sembra che la pluralità sia sempre alla base della conoscenza e della formazione, oppure bisogna accettare passivamente il pensiero unico e permettere che anche menzogne, seppur istituzionalizzate, continuano a rinforzare il primo? Io sarei del parere che prima di criticare i comportamenti e le azioni degli altri si contestasse nel merito il pensiero e le tesi, magari non sottraendosi al confronto.lo ha fatto Gino Galloni che era presente, poteva farlo anche lei.