Incontro a Modica della scuola di formazione politica “Virgilio Failla”

Venerdì si è svolto a Modica un incontro della scuola di formazione “Virgilio Failla” sul tema “I buchi neri del Risorgimento, l’egemonia moderata ha frenato lo sviluppo del Sud e della Sicilia”.
Il relatore, Giovanni Di Rosa, già assessore comunale, ha analizzato il breve e decisivo segmento della storia risorgimentale, i cinque mesi, da maggio a ottobre 1860, che comprendono lo sbarco dei Mille in Sicilia, la liberazione dell’isola, la dittatura garibaldina, l’ingresso di Garibaldi a Napoli e l’incontro di Teano. Il periodo che precede la proclamazione ufficiale del Regno d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861. Sono stati messi a fuoco gli eventi più significativi, più decisivi che hanno caratterizzato il governo garibaldino dell’Isola, la lotta politica senza esclusione di colpi, gli scontri fra esponenti del partito moderato e del partito democratico azionista, fra i moderati annessionisti e quelli autonomisti. Fu in questo contesto di aspra lotta politica che i moderati annessionisti collegati con Cavour si opposero ferocemente a tutte le misure del governo dittatoriale garibaldino miranti a coinvolgere settori contadini e borghesi nel processo rivoluzionario, senza con ciò voler dire che i democratici perseguissero il disegno di una rivoluzione sociale, ma sicuramente di una modificazione dei vecchi equilibri e dei rapporti feudali. Le pressioni del governo di Torino, la supremazia degli interessi dell’agraria siciliana, il patto scellerato fra latifondisti del Sud e agrari del Nord, intessuto, per ragioni di classe e di casta, durante quei cinque mesi, determinò non soltanto la vittoria dei moderati annessionisti e la sconfitta dei democratici che chiedevano l’elezione di un’assemblea costituente per discutere i termini dell’adesione all’Italia unita, ma costituì il punto di partenza, la direzione di marcia irreversibile di una lunga storia di subalternità, di sconfitte, di emarginazione della Sicilia e del Mezzogiorno. E’ importante conoscere il nostro passato per poter comprendere e modificare il nostro presente .La Sicilia e il Mezzogiorno potranno modificare lo stato presente delle cose se acquisiranno la consapevolezza di dover contare principalmente sulle proprie forze, sulle proprie risorse, sulle proprie gambe, costruendo una classe dirigente intellettuale, politica, economica, professionale che sia unita nel rapporto con lo Stato e con l’Unione Europea. L’incontro è stato interessante e partecipato, anche da giovani studenti.

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