
E´ stata fissata al 3 ottobre al tribunale di Ragusa l´udienza preliminare del procedimento giudiziario scaturito dal fatale incidente sul lavoro verificatosi nel settembre del 2015 sulla piattaforma galleggiante “Vega”, al largo delle coste pozzallesi, e che vide la morte dello sfortunato operaio 52enne Antonio Gangi, di Taormina. La nave di stoccaggio “Fso Leonis”, dove si verificò l’incidente mortale sul lavoro, fu posta sotto sequestro nell’ambito delle indagini condotte da capitaneria di porto e carabinieri, con la collaborazione dei funzionari dello Spresal. L’operaio sarebbe precipitato in una cisterna della stiva, morendo annegato. La società Edison, in una nota, confermò l’infortunio letale a bordo della nave di stoccaggio in gestione all´armatore «Tea Shipping». Antonio Gangi era un operaio dipendente della ditta «Somak». Il corpo senza vita dell’uomo fu ritrovato nel gavone di prua della nave, che normalmente nella “Fso Leonis” era vuoto, e nel quale erano state programmate regolari attività di manutenzione.
Gli odierni imputati nel procedimento giudiziario in udienza preliminare sono l’amministratore unico e legale rappresentante della “Somak”, il capoturno responsabile incaricato dalla stessa “Somak”, nonché il comandante della nave ed il primo ufficiale, entrambi trapanesi, difesi dagli avvocati Cesare Fumagalli, Enrico Vergani e Marco Mastropasqua. L´inchiesta aveva visto originariamente coinvolti anche l’Armatore della nave, l’ingegnere navale e direttore tecnico dell’armatore, che curava per conto di quest´ultimo i progetti e la direzione dei lavori in questione, e il direttore responsabile dell’intero impianto per la “Edison”, società proprietaria della piattaforma e concessionaria per le attività estrattive. Le posizioni di questi ultimi, allo stato, sono state stralciate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa, nonostante l´opposizione dei congiunti del lavoratore deceduto.