Esiste un percorso specifico che si rende indispensabile portare avanti per garantire ricadute economiche al territorio ibleo sfruttando le dimensioni che, in ambito regionale, sono messe a disposizione dello sviluppo isolano. Ed è per questo motivo che appare utile parametrare questi itinerari su livelli di crescita che non possono prescindere da un’azione sinergica. E’ l’on. Orazio Ragusa a sollecitare risposte, in tal senso, al presidente della Regione, Nello Musumeci, e all’assessore all’Economia, Gaetano Armao, soffermandosi nello specifico su Zes, zone economiche speciali, e Snai, Strategia delle aree interne. “Stiamo entrando nel vivo – scrive l’on. Ragusa – di una programmazione speciale che potrebbe avere ricadute significative per tutta la Sicilia, non dimenticando che le varie realtà territoriali dell’isola devono essere messe nella condizione di potere fruire di questi percorsi che si annunciano molto proficui con riferimento alla crescita economica da tutti auspicata. Non possiamo, però, fare a meno di considerare che nell’ambito di una auspicata riformulazione delle Zes e delle aree-progetto Snai uno spazio deve essere riservato, per le sue caratteristiche, alla provincia di Ragusa che da sempre ha attirato gli investimenti delle piccole e medie imprese e che adesso potrebbe contare, sfruttando gli strumenti in questione, su un supporto non indifferente che ne favorirebbe l’ulteriore crescita. La crisi, purtroppo, non ha risparmiato neppure questo lembo dell’isola da sempre territorio di riferimento per lo sviluppo economico e il completamento di alcune dinamiche di rilievo strategico in questo settore. E però sono rimasti sul territorio i semi di una potenzialità intrinseca che, se messa nella condizione di potersi di nuovo esprimere al meglio, fornirebbe quelle ricadute che tutti speriamo di potere celebrare. Ecco perché chiedo al governatore e all’assessore, in fase di parametrazione delle nuove aree, di trovare gli spazi adeguati per ricomprendere proprio in questo ambito la provincia di Ragusa che potrebbe tornare ad esercitare un ruolo propulsivo per il resto della Sicilia così come, del resto, già accaduto in passato”.
