Altro sbarco oggi al porto di Pozzallo. Duecentoventicinque le persone soccorse. Problema senza soluzione quello dei migranti in fuga. Oggi (chiediamo scusa ai lettori) preferiamo di proposito non raccontare i particolari di questo ennesimo sbarco. Come provocazione costruttiva. Per gridare ancora una volta che, se la politica, questa politica, non imbocca un cambiamento a 360 gradi, anche le parole più forti e più taglienti dei nuovi esponenti del cosiddetto Governo del cambiamento verranno spazzate via dal vento, come quello che sta imperversando in questi giorni lungo le nostre coste.
Stessa dinamica, stesse procedure, stesso mare, stesso porto, stesso hotspot per il traghettamento odierno. Gli operatori “buonisti” dell’informazione racconteranno ancora una volta di pianti e dolori, evitando accuratamente di esaminare il problema a monte, gli altri, pochi altri, a costo di sembrare senza cuore e senza anima, cercheranno invece di fare le pulci ai maledetti responsabili di questa tragedia umana. Proprio perché hanno cuore e anima.
La notizia di questo nuovo arrivo di migranti, rispetto al travagliato e tragico momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato a livello mondiale da prevaricazione, egoismo, incertezza, confusione, pressapochismo, impotenza politica (G7 di ieri in Canada docet), diventa, purtroppo, notizia di routine. Quasi una non notizia. Duole il cuore. Ma questo è.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è scontrato verbalmente con la Tunisia, ha accusato Malta di non fare il suo dovere di Paese europeo (accusa suffragata da fatti certi e certificati), ma, alla fine, obtorto collo, ha dovuto accogliere al porto di Reggio Calabria i migranti destinati invece, in base al progetto Frontex Themis, a La Valletta.
Ci sorprende non poco che il baldanzoso Matteo Salvini non abbia ancora capito che fare rumore e alzare la voce con l’Europa non funziona. E’ come gridare alla luna. Non è certo questa la strada dello sbandierato cambiamento.
