
“Trecento giovani che credono nella poesia, trecento giovani che credono nella vita”.
Queste sono state le parole pronunciate da Domenico Pisana, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, in occasione della premiazione dei finalisti della X Edizione del Premio Quasimodo, un concorso di poesia che ha coinvolto ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori,provenienti da tutta la provincia di Ragusa, ansiosi di mettersi in gioco.
Infatti non si può negare che la vita sia fondamentale nella poesia, poiché il poeta la descrive in tutte le sue sfaccettature e secondo il suo modo di pensare, e in molti casi influenzato dalla vita stessa, intesa come il bagaglio di esperienze, di conoscenze ed emozioni che appartiene a tutti noi.
I temi principali delle poesie hanno riguardato problematiche sociali, quali il bullismo, il razzismo, l’immigrazione, la legalità, la solidarietà, l’amore, elaborate dai giovani poeti in modo personale.
Non sono moncate però le poesie dedicate alla Sicilia, alla cultura, ai cibi e all’arte, che esaltavano i lati più interessanti e tradizionali della nostra regione; non per niente il Premio è intitolato “La terra impareggiabile”, che richiama una raccolta poetica di Quasimodo.
Le emozioni dei giovani vincitori sono state le vere protagoniste della serata: un miscuglio di eccitazione, tensione, incredulità e orgoglio condivise non solo da loro, ma anche dai parenti e amici che assistevano dalle tribune al gioire dei loro figli/nipoti/amici.
Ma, come ribadito dal Presidente del Caffè Quasimodo, Domenico Pisana, all’inizio della serata, la cerimonia non ha voluto essere solo in onore dei vincitori, ma in onore di tutti i ragazzi che hanno partecipato, quindi anche in onore dei duecentosessanta che non sono arrivati tra i finalisti. Un bel segno, questo, che ha voluto dire che i ragazzi e le ragazze credono nella poesia come mezzo per esprimere il proprio mondo interiore e la propria sensibilità. Ciò che importa non è vincere, ma che tutti i ragazzi avvicinandosi alla poesia mostrino di credere nella vita.
Camilla La China, classe 1B, Liceo Artistico Modica