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Il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte amministrative non può essere un optional. Campo: “Troppi comuni iblei hanno perso occasione”

“Un plauso a quei comuni della provincia di Ragusa, tra cui il capoluogo ibleo, che hanno impegnato ed utilizzato il 2% delle somme trasferite loro dalla Regione. Risorse destinate a forme di democrazia partecipata e quindi al coinvolgimento dei cittadini tutti. Non possiamo dire invece la stessa cosa per comuni come Modica, Comiso, Chiaramonte Gulfi, Pozzallo e Acate, che nulla hanno fatto in questo senso e che dovranno restituire queste somme per intero perdendo dunque un’opportunità”. Lo dice il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, che elenca, nel dettaglio, l’ammontare di queste somme. “Parliamo di comuni – prosegue il deputato regionale – che non hanno speso un solo centesimo per la democrazia partecipata e che dunque hanno perso l’intero contributo: quasi 13mila euro Acate, quasi 17mila euro Chiaramonte Gulfi, Comiso 23mila e 500 euro, Pozzallo 27mila e 434 euro e Modica addirittura ben 51mila euro! A fronte di questo non possiamo non sottolineare che comuni come Ragusa e Vittoria, solo per citare quelli più grossi, abbiano impiegato l’intero importo regionale: 61mila euro Ragusa e 54mila Vittoria, ma lo stesso hanno saputo fare anche Giarratana e Santa Croce Camerina. Ci auguriamo che per il 2017 la situazione possa essere stata diversa e che nessuno dei comuni della nostra provincia abbia perso questa opportunità, non solo perché sono risorse economiche che tornano indietro ma soprattutto perché sono somme destinate a progetti e proposte portate avanti dai cittadini stessi”. La Regione Siciliana, grazie ad un emendamento del Movimento 5 Stelle, approvato in Commissione Bilancio nel 2014, ogni anno sanziona i Comuni che non destinano il 2 per cento dei trasferimenti regionali a forme di democrazia partecipata. Ciò significa che l’assessorato regionale competente recupera parte dei trasferimenti economici che non sono stati impiegati per il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte amministrative dei propri territori. Chiaramente niente di rivoluzionario ma almeno un piccolo passo verso un cambiamento di rotta, simbolico e culturale: rendere i cittadini attori della partecipazione alla vita politica ed istituzionale obbligando gli amministratori locali ad aprire le porte dei Comuni. Tuttavia, nonostante tali sanzioni, numerosi comuni siciliani, e ben 7 comuni iblei su 12, hanno dovuto restituire risorse economiche alla Regione stessa perché non hanno mostrato alcuna buona volontà nell’impiegarle e nello spenderle in maniera corretta.

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