Era stata inaugurata lo scorso mese di ottobre, in pompa magna. A distanza di mesi, però, una delle nuove agorà del centro storico superiore avrebbe bisogno, se non di essere rifatta, quantomeno di una accurata manutenzione. Come è possibile tutto ciò? A dirlo è la consigliera comunale del gruppo Insieme Ragusa, Elisa Marino, dopo avere messo in rilievo lo stato di indecorosità in cui si trova la parte alta di piazza Cappuccini, proprio accanto alle scale che delimitano il sagrato della chiesa omonima.
“Infatti, come è semplice appurare – continua Marino – la piazza, nello spazio in questione, quindi proprio a ridosso della chiesa, è piena zeppa di muschio, il cosiddetto “lippo”, per dirla alla siciliana. Vorremmo capire se tutto ciò è il frutto di un errore di impostazione, di progettazione o della mancanza di pulizia che, pure, periodicamente si dovrebbe provvedere ad attuare. Rivolgiamo l’interrogativo al sindaco e al resto dell’amministrazione comunale che, al momento del taglio del nastro, si era rivelata prodiga di aneddoti per mettere in risalto la storia di un sito che, però, andava e va tutelato nella maniera migliore. Ci dispiace, ancora una volta, sottolineare l’approssimazione con cui si gestiscono determinati interventi visto che, tra l’altro, ci troviamo proprio nel cuore del centro storico superiore che andrebbe salvaguardato con interventi efficaci e non con azioni che, a distanza di qualche mese, hanno bisogno di essere riviste”. Marino, poi, punta i riflettori sui residenti e sui commercianti di via Mario Leggio e di via Santissimo Salvatore, altra zona che sembra essere stata dimenticata dall’amministrazione comunale. “Era stato richiesto un segnale, una presenza, più controlli – afferma ancora la consigliera Marino – magari con l’istituzione di un vigile di quartiere o, in assenza di ciò, un qualsiasi segnale, un provvedimento che facesse sentire la vicinanza del Comune a queste persone che, ancora oggi, fanno i conti con una serie di disagi dovuti a problematiche varie, tra cui anche la microcriminalità. Torniamo, dunque, a sollecitare il Comune perché possa occuparsene nella maniera dovuta, senza ulteriore indugio”.