Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Mosca contro i 27: confronto tra flotte aeree oltre la propaganda

Tempo di lettura: 2 minuti

di Giannino Ruzza

Nel gioco delle ombre della geopolitica europea, una domanda torna ciclicamente nei briefing dei governi e nei dibattiti pubblici: quanta forza aerea reale può schierare oggi la Russia in caso di un confronto diretto con l’Europa? Non la forza sulla carta, gonfiata da inventari ereditati dall’era sovietica, ma quella che decolla davvero, sostenibile nei mesi, alimentata da ricambi, addestramento e logistica. Le stime ufficiali – o quelle che i Paesi lasciano filtrare – raccontano poco. In teoria, Mosca dispone di oltre un migliaio di caccia e aerei da combattimento. Una cifra impressionante. Ma il numero, da solo, dice poco: è un dato “statico”, che non distingue tra ciò che è moderno e ciò che è quasi da museo, tra ciò che è operativo e ciò che resta fermo a terra in attesa di un pezzo di ricambio introvabile. La guerra in Ucraina ha rivelato una realtà meno monolitica: molti velivoli russi sono anziani, logorati, mantenuti vivi cannibalizzando altri aerei, e spesso pilotati con un numero di ore di volo inferiore agli standard occidentali. Una grande flotta, sì, ma non omogenea e soprattutto non tutta disponibile simultaneamente.Se si spoglia il dato da ogni retorica, gli analisti convergono su uno scenario più prudente: la Russia, oggi, potrebbe concentrare contro l’Europa alcune centinaia di caccia realmente impiegabili, arrivando forse a quota 500–600 in caso di mobilitazione totale. Numeri comunque significativi, ma ben lontani dal mito della superiorità aerea sconfinata. L’altro lato del confronto è l’Unione Europea. I 27 Paesi, sommati, dispongono di circa 1.200 caccia da guerra: Eurofighter, Rafale, Gripen, F-16 modernizzati, e una crescente flotta di F-35. Una forza non solo numericamente comparabile, ma soprattutto inserita in un sistema integrato di radar, difesa aerea terra-aria, droni, satelliti e supporto NATO. È questa rete – più che il singolo aereo – che fa la differenza operativa. La domanda che allora resta è la più delicata: in un conflitto reale, chi avrebbe il vantaggio? La verità, per una volta, non sta nei numeri ma nei “tempi”: il tempo di manutenzione, il tempo di rifornimento, il tempo necessario per sostituire le perdite. La Russia, nonostante lo stock iniziale, soffre per una catena logistica stressata, un’industria sotto sanzioni e basi aeree vulnerabili. L’Europa, dal canto suo, manca di una regia militare unica, ma dispone di infrastrutture distribuite e di una capacità industriale complessiva molto più ampia. In definitiva, il confronto non è quello – cinematografico – tra due stormi che si fronteggiano in cielo. È una sfida di resilienza, tecnologia e coordinamento. La Russia può ancora schierare molti aerei, certo. Ma l’Europa dei 27, se agisce come sistema, è meno vulnerabile di quanto si pensi, e molto più robusta di quanto lascino intendere le letture superficiali. In un continente che ha riscoperto la fragilità dei propri equilibri, questo dato – numerico ma soprattutto politico – è la parte della storia che ho voluto valesse la pena raccontare.

585102
© Riproduzione riservata

I commenti pubblicati dai lettori su www.radiortm.it riflettono esclusivamente le opinioni dei singoli autori e non rappresentano in alcun modo la posizione della redazione. La redazione di radiortm.it non si assume alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti e fornirà, eventualmente, ogni dato in suo possesso all’autorità giudiziaria che ne farà ufficialmente richiesta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Articoli correlati

RTM per il cittadino

Hai qualcosa da segnalare? Invia una segnalazione in maniera completamente anonima alla redazione di RTM

UTENTI IN LINEA
Torna in alto