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Vittoria. La riqualificazione di via Cavour, ecco la ricetta di Confcommercio

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Vittoria, 15 ottobre 2025 – “In merito all’ordinanza sul decoro dei locali sfitti di via Cavour, vogliamo ribadire quanto più volte abbiamo sottolineato: c’è bisogno di un’azione condivisa che porti al rilancio complessivo della nostra via principale. L’ordinanza sulla pulizia delle vetrine dei luoghi sfitti è certamente un primo passo importante, è come la pulizia dei terreni incolti di proprietà, ma va inserita e integrata in un percorso più complesso e strutturato”. Lo sottolinea il presidente sezionale Confcommercio Vittoria, Gregorio Lenzo, che interviene sulla delicata materia.
“Stiamo parlando di un percorso – continua – che preveda, ad esempio, l’utilizzo temporaneo dei locali sfitti attraverso momenti culturali e sociali, in grado di riportare vita e movimento nel cuore della città. In questo senso, il progetto “Aperti per Cultura” rappresenta uno strumento strategico di rilancio: una formula che consente il riuso degli immobili sfitti grazie a una collaborazione pubblico-privata e al coinvolgimento diretto dei proprietari. Questi, mettendo a disposizione i loro spazi per attività culturali, artistiche o sociali, potrebbero beneficiare di agevolazioni fiscali o esenzioni tributarie. “Aperti per Cultura” può così trasformare contenitori vuoti in luoghi pieni di contenuti, dove momenti come mostre o presentazioni di libri o centri aggregati culturale diventando una leva concreta per la rinascita economica e culturale di via Cavour. Si tratta di un modello che può attrarre l’attenzione di nuovi imprenditori, pronti a investire in un contesto che rinasce sotto il segno della collaborazione e della bellezza condivisa. L’abbiamo detto e lo abbiamo fatto insieme tutte le associazioni, unite da un solo intento, quello di promuovere e rilanciare il nostro corso, per restituirgli bellezza e identità. Lo abbiamo fatto ogni volta che, attraverso progetti che mettevano la cultura come fattore rigenerativo e la bellezza diffusa come obiettivo, come ad esempio “Arte in corso”, abbiamo dato vita ad azioni partecipate e significative. Ma, allo stesso tempo, ci siamo resi conto che tali iniziative non lasciavano un’eredità forte e duratura sull’identità del luogo”.
“Questo accade – prosegue ancora Lenzo – perché serve un’azione collettiva che affronti diversi aspetti in modo integrato. Serve un’attenzione alla sicurezza e alla percezione della sicurezza, con un maggior controllo del territorio e una presenza più capillare delle forze dell’ordine. Anche se le unità sono esigue, si può lavorare su un sistema di collaborazione interforze tra polizia locale e forze dell’ordine, per rendere più efficace la vigilanza e la prevenzione. C’è poi bisogno di azioni inclusive, che coinvolgano le diverse comunità oggi presenti nella nostra città e che rendano via Cavour un luogo di incontro, di partecipazione e di appartenenza collettiva. Il rilancio del commercio di prossimità resta un obiettivo prioritario: rappresenta un presidio prezioso di vitalità e relazione per il centro cittadino. Ma per realizzarlo servono interventi anche sul piano urbanistico e sulla riqualificazione edilizia. Occorre individuare insieme fondi e strumenti per restituire decoro e bellezza agli edifici del centro, perché proprio da lì può partire una nuova spinta di sviluppo commerciale. L’esempio del teatro Garibaldi è emblematico: parliamo di un luogo simbolo che oggi non può certo ospitare attività commerciali, ma che andrebbe recuperato con una funzione culturale e sociale”.
“Diversamente – conclude Lenzo – il degrado non potrà che generare altro degrado. È la teoria delle finestre rotte: se non si interviene, incuria e abbandono diventano contagiosi. Serve, invece, una visione comune e una rete di responsabilità condivisa, per far sì che via Cavour torni a essere il simbolo della nostra città: viva, bella e accogliente”.

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